Affitti, baratto del Comune sugli immobili: «Negozi in cambio di servizi»

Martedì 28 Marzo 2017 di Lorenzo De Cicco
Affitti, baratto del Comune sugli immobili: «Negozi in cambio di servizi»
«Le proposte economiche? Reddito di cittadinanza, moneta complementare e baratto», disse Virginia Raggi quando era ancora solo la candidata del Movimento Cinquestelle per la poltrona di sindaco. A nove mesi dalla scalata dei grillini in Campidoglio, dall'incubatrice della giunta pentastellata è pronto a uscire il progetto del «baratto amministrativo». Non come lo descrisse all'epoca la Raggi, che in campagna elettorale parlò di un «baratto parziale» per aiutare i piccoli negozi in crisi, un sistema simile ai buoni sconto, basato sullo scambio di servizi. La novità riguarderà lo sterminato patrimonio immobiliare di proprietà del Comune di Roma. In particolare il cosiddetto «patrimonio indisponibile», cioè quell'insieme di beni simili per caratteristiche a quelli demaniali, anche se con vincoli meno stretti. Negozi, magazzini e uffici, in sostanza, verrebbero concessi ad enti culturali e sociali in cambio di ristrutturazioni e servizi.

LA MAGGIORANZA
Mentre le altre due proposte della grilleconomy restano, al momento, parcheggiate nel limbo della burocrazia di Palazzo Senatorio - del reddito di cittadinanza si è solo parlato in alcune mozioni, mentre l'ipotesi di una «moneta complementare» è stata inserita nel Documento unico di programmazione del Campidoglio, ma senza alcuna attuazione pratica - sul «baratto amministrativo» il Comune a trazione M5S è pronto a fare sul serio. Lo strumento verrà inserito nel nuovo Regolamento per le concessioni del patrimonio immobiliare. La pratica è da diverse settimane sulla scrivania di Andrea Mazzillo, il fedelissimo della sindaca, docente universitario a Tor Vergata, approdato in giunta come assessore a Bilancio e Patrimonio a fine settembre.

L'ipotesi del baratto, in realtà, intriga diversi consiglieri della maggioranza grillina, a cominciare da Pietro Calabrese. Ci sarebbe anche un precedente che viene citato spesso nelle riunione riservate tra i consiglieri: è il «modello De Magistris», perché anche il sindaco di Napoli, qualche anno fa, decise di cedere alcuni immobili di proprietà del Comune partenopeo ad organizzazioni non profit in cambio di lavori.
Il baratto studiato dai Cinquestelle romani riguarderà i locali ad uso non abitativo: niente appartamenti (che sono la fetta più grande della torta, 25.035 immobili sui 42mila totali), solo negozi, uffici, magazzini che al momento non vengono utilizzati. Immobili «sfitti» o «in disuso», quindi, che attraverso un bando pubblico verrebbero concessi ad associazioni culturali e sociali che si prenderebbero in carico i costi dei lavori di ristrutturazione (interventi che altrimenti l'amministrazione capitolina difficilmente potrebbe permettersi) e che offrirebbero servizi alla cittadinanza.

MOROSI E OCCUPANTI
Baratto a parte, con il nuovo Regolamento, atteso in giunta entro metà aprile, l'amministrazione M5S tenterà di mettere ordine tra gli oltre 864 locali dati in concessione, una giungla di contratti scaduti, morosità, occupazioni abusive o quantomeno opache. Già a fine febbraio è stata votata una delibera con cui si mettono in programma 113 sgomberi, dando priorità agli immobili che nel corso degli anni (e dell'incuria) si sono trasformati in «alloggi, fabbricati ed aree ad uso commerciale e manufatti abusivi». A tutti, dopo lo sfratto, verranno chiesti gli arretrati, anche perché sulla vicenda rimane acceso il faro della Corte dei Conti.
 
Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 11:10

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci