Usa, 46 anni in carcere per uno stupro mai commesso

Mercoledì 15 Novembre 2017 di Federica Macagnone
Wilbert Jones
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È stato recluso in prigione per 46 anni per uno stupro che non aveva mai commesso: una vita sgretolata per una serie di errori da parte della giustizia. Solo ora Wilbert Jones, un 65enne di Baton Rouge, in Louisiana, potrà uscire dal carcere e riappropriarsi di quel che resta della sua esistenza sfortunata. Accusato di aver rapito e violentato un'infermiera nel parcheggio di un ospedale nella notte del 2 ottobre 1971, quando aveva 19 anni, Wilbert fu condannato all'ergastolo nel 1974. Tutto ciò, ha detto il giudice Richard Anderson che ha deciso di liberarlo, nonostante le autorità avessero in mano prove che avrebbero potuto scagionarlo da decenni. 

Le accuse contro di lui, all'epoca, si basarono totalmente sulla testimonianza dell'infermiera che, tre mesi dopo la violenza subìta, da un lato riconobbe in Wilbert il suo aggressore, ma dall'altro disse che l'uomo che l'aveva violentata era più alto e aveva una voce "molto più ruvida". Come se non bastasse, la sua descrizione corrispondeva a un uomo arrestato, ma mai incriminato, per lo stupro di un'altra donna nel parcheggio di un altro ospedale della città avvenuto 27 giorni dopo l'aggressione all'infermiera. Lo stesso uomo fu arrestato in seguito, nel 1973, per aver violentato un'altra donna, ma fu poi condannato solo per rapina a mano armata. «La polizia - ha detto il giudice Richard Anderson, che ha definito le accuse contro Wilbert "quantomeno deboli" - sapeva delle somiglianze tra quell'uomo e l'identikit fornito dall'infermiera, ma non fornì queste informazioni alla difesa. Le autorità avevano in mano prove che avrebbero potuto scagionare Jones già da decenni». Laconica la risposta fornita dai pubblici ministeri nel febbraio scorso: Lo Stato non era tenuto a informare la difesa di ogni stupro o rapimento avvenuto a Baton Rouge dal 1971 al 1974». 

Gli avvocati di Wilbert hanno anche raccontato che un pubblico ministero che si era battuto per la condanna aveva dietro di sé una lunga scia di omissioni di prove che, se fossero state esibite, si sarebbero rivelate favorevoli agli imputati. Un parere del 1974 redatto dalla Corte suprema affermava che nell'anno precedente quel magistrato era stato responsabile di 11 sentenze di condanna poi ribaltate in assoluzioni: «Una statistica incredibile per un singolo procuratore» osservarono i giudici.
Quando ora il giudice Anderson ha emesso la sentenza, Wilbert non ha esternato alcuna reazione, mentre i suoi familiari si sono abbracciati piangendo. La nipote, Wajeedah Jones, ha detto di saper già quale sarà il primo desiderio dello zio una volta uscito: un piatto di gumbo, tipica pietanza della Louisiana. La pubblica accusa, dal canto suo, ha già annunciato che chiederà alla Corte suprema della Louisiana di riesaminare la decisione del giudice, ma di non avere intenzione di chiedere un nuovo processo.

Gli avvocati di Wilbert, che descrivono il loro assistito come un detenuto modello (versione confermata anche dalle guardie carcerarie), hanno detto che il marito dell'infermiera violentata, che è morta nel 2008, non si è opposto alla liberazione: «Sente che il signor Jones è stato in prigione troppo a lungo e che gli deve essere concesso di uscire e trascorrere i suoi ultimi anni con la sua famiglia».
Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 14:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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