Juncker: «Europa in crisi esistenziale. Patto stabilità non diventi di flessibilità»

Mercoledì 14 Settembre 2016
Juncker: «Europa in crisi esistenziale. Patto stabilità non diventi di flessibilità»
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«Un anno fa avevo detto che la situazione nell'Unione europea lasciava a desiderare, non c'era abbastanza Europa e non c'era abbastanza unione nella Ue.

A un anno di distanza questa constatazione in Europa resta. La Ue non è un gran forma. Sono cambiate tante cose. Possiamo parlare di crisi esistenziale». Lo ha detto Jean Claude Juncker alla plenaria di Strasburgo in apertura nel discorso sullo stato dell'Unione.

La disoccupazione «è ancora troppo alta», «l'Europa non è abbastanza sociale, questo lo dobbiamo cambiare» quindi «lavoreremo al pilastro dei diritti sociali». E se anche la situazione dei debiti resta alta, essi si sono ridotti e questo «dimostra che il Patto di stabilità ha suo effetto, ma non deve diventare patto di flessibilità: deve diventare un patto applicato con flessibilità intelligente», ha continuato Juncker, che poi ha tirato una staffilata ai governi: «Tenere un discorso europeista qui non è così difficile, ma tutti devono fare discorsi europeisti nei loro parlamenti nazionali. Dire sì con entusiasmo a Bruxelles e poi fare finta di non aver partecipato è il contrario di quello che definisco coerenza. Non dobbiamo più menare per il naso i cittadini europei. Li dobbiamo guardare negli occhi: sono stufi di lotte interne e menzogne. Si aspettano risultati e attuazione di quanto decisivo».

Juncker ha quindi fatto accenno alla Brexit:
«Noi rispettiamo e allo stesso tempo ci rammarichiamo della decisione del Regno Unito, ma la Ue in sé non è a rischio. Saremmo felici se la richiesta di lanciare l'articolo 50 avvenga il prima possibile».

Il piano di investimenti ha generato 150 miliardi nello scorso anno, ma «dobbiamo fare di più» e quindi «propongo di raddoppiare la durata e la capacità finanziaria» dell'Efsi affinché «fornisca almeno 500 miliardi di euro entro il 2020 e 532 miliardi fino al 2022», ha poi detto Juncker.

E a proposito del terrorismo, Juncker ha spiegato che entro novembre la Commissione proporrà un sistema europeo di informazione sui viaggi: «Ogni volta che uno entra in Ue sarà registrato, luogo, data e motivo dello spostamento», in modo che «questo nuovo sistema automatico ci dirà chi è autorizzato a viaggiare in Ue, prima che arrivi in Ue».

In merito alla questione Siria, Juncker ha detto: «Federica Mogherini, la nostra vicepresidente ed alto rappresentante per la politica estera, sta facendo un lavoro straordinario» e può diventare «la vera ministra degli esteri dell'Unione europea», per questo «le chiedo di sviluppare una strategia europea per la Siria e deve avere un posto al tavolo sull'avvenire della Siria».

«Potrà esserci liberalizzazione dei visti con la Turchia solo quando la Turchia avrà rispettato tutti i requisiti. Ed io consiglio di procedere con una certa prudenza. Sono consapevole che abbiamo ancora molti problemi da risolvere, quindi ci vorrà del tempo e non sarà possibile rispettare i tempi previsti, anche alla luce della situazione del terrorismo è estremamente importante che la questione venga affrontata con la massima responsabilità», ha poi detto Juncker.

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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