Migranti, bando anti-islamici di Trump sarà "bomba sul tavolo" del vertice di Malta

Martedì 31 Gennaio 2017
Migranti, bando anti-islamici di Trump sarà "bomba sul tavolo" del vertice di Malta
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L'ordine presidenziale di Donald Trump contro i rifugiati e i cittadini di 7 paesi a maggioranza islamica «sarà la bomba sul tavolo» del vertice informale di venerdì prossimo alla Valletta, a Malta, centrato sul tema dell'immigrazione e sulle misure per sostenere la Libia e frenare il flusso sulla rotta del Mediterraneo Centrale. Lo riferiscono fonti diplomatiche dopo che si è prolungata fino alla tarda serata di ieri la riunione degli sherpa per il lavoro di messa a punto della Dichiarazione finale del vertice. Nella bozza attualmente in circolazione non c'è riferimento all'ordine di Trump, ma a quanto si apprende è in corso un lavoro diplomatico per valutare l'opportunità di una dichiarazione scritta o di una presa di posizione nella conferenza stampa finale del vertice.

Il cambio a Washington, con l'arrivo di Trump «mette l'Unione europea in una situazione difficile, con la nuova amministrazione che sembra rimettere in questione gli ultimi 70 anni di politica estera americana», scrive il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk nella lettera di convocazione del summit Ue. Tusk cita tra l'altro le «preoccupanti dichiarazioni» di Trump, favorevole alla Brexit, e convinto che altri paesi usciranno dall'Unione.

«La situazione sul terreno richiede un'azione urgente e immediata, con e attorno alla Libia, da cui parte la maggior parte dei migranti» nella regione centro-mediterranea e i cui «flussi sono a un livello record», sottolinea ancora il presidente del Consiglio europeo ai 28 nella lettera d'invito al vertice della Valletta. «Gli sforzi per stabilizzare la Libia sono ora più importanti che mai», e occorre «aiutare le autorità libiche a fornire strutture di ricezione adeguate sul loro territorio».

Le sfide che la Ue ha davanti sono «le più pericolose di sempre», e solo uniti eviteremo la disintegrazione, scrive ancora Tusk che vede il futuro «altamente imprevedibile» a causa di «una Cina prepotente» sul mare, la Russia «aggressiva verso l'Ucraina e i suoi vicini», e poi guerre, terrore e anarchia in Medio Oriente e Africa, e le «preoccupanti dichiarazioni» di Trump che mettono l'Ue «in una difficile situazione». 

«Per la prima volta nella nostra storia molti stanno diventando anti-europei, o al meglio euroscettici», spiega Tusk. Dopo quella geopolitica, la secondo minaccia è interna, collegata all'ascesa dell'antieuropeismo, del nazionalismo e del sentimento xenofobo all'interno della stessa Ue. «L'egoismo nazionale sta diventando un'alternativa attraente all'integrazione», si legge nella lettera. La terza minaccia è l'umore delle elite pro-europee, essendo evidente «un calo di fede nell'integrazione politica, la sottomissione ad argomenti populisti e dubbi nei valori fondamentali della democrazia liberale». 

Durante il vertice europeo in programma venerdì a Malta infine si discuterà anche dei preparativi per le celebrazioni dei 60 anni dei trattati di Roma, in agenda il 25 marzo. «Roma - afferma Tusk - dev'essere un momento di celebrazione e unità e un'opportunità di delineare collettivamente una visione per i prossimi anni».

In un mondo pieno di tensioni e conflitti, «quello che serve è coraggio, determinazione e solidarietà politica tra europei. Senza di essi non sopravvivremo». Per questo a Roma «bisogna rinnovare questa dichiarazione di fede» nell'unità, perché nel mondo di oggi «i Paesi europei presi separatamente hanno poco peso», ma l'Ue «ha un potenziale demografico ed economico che la rende un partner uguale alle potenze più grandi». Tusk conclude la sua lettera spiegando che bisogna ricordare «agli amici americani» il loro motto: «United we stand, divided we fall» (uniti vinciamo, divisi cadiamo, ndr). 

 
Ultimo aggiornamento: 21:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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