Trump, giudice blocca le espulsioni dei rifugiati islamici dall'America

Domenica 29 Gennaio 2017
Trump, giudice blocca le espulsioni dei rifugiati islamici dall'America
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Un'ordinanza di sospensione del provvedimento deciso dal presidente degli Stati Uniti che riguarda i rifugiati provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana è stata emessa dal tribunale di New York e riguarda coloro che sono già nel presenti, o in transito e hanno un visto regolare.

Il Giudice M Donnelly ha motivato la sua decisione ritenendo che la mancanza di soggiorno sul suolo americano avrebbe potuto creare «danni sostanziali e irreparabili per i rifugiati». «Donald Trump ha subito la sua prima perdita in tribunale» ha detto Anthony D Romero, direttore della American Civil Liberties Union (Aclu), che ha denunciato il caso.
 
 

L'ordinanza di emergenza del giudice Donnelly annulla una parte dell'ordine esecutivo del presidente Donald Trump sull'immigrazione, ordinando che i rifugiati e altre persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possono essere rimandate indietro nei loro paesi. Ma il giudice non ha stabilito che queste stesse persone debbano essere ammesse negli Stati Uniti né ha emesso un verdetto sulla costituzionalità dell'ordine esecutivo del presidente. I legali che hanno citato in giudizio il governo per bloccare l'ordine della Casa Bianca hanno detto che la decisione, arrivata dopo un'udienza di urgenza in una corte di New York, potrebbe interessare dalle 100 alle 200 persone che sono state trattenute al loro arrivo negli aeroporti statunitensi sulla base dell'ordine esecutivo che Trump ha firmato venerdì pomeriggio, una settimana dopo il suo insediamento.

Green card
Inoltre  Reince Preibus, capo dello staff della Casa Bianca, ha sostenuto che il bando temporaneo sull'immigrazione dai sette Paesi islamici non avrà effetti sui possessori di  green card (che consente ad uno straniero di risiedere in Usa per un periodo di tempo illimitato). Una precisazione che arriva all'indomani dei fermi e delle proteste agli aeroporti americani. Priebus ha tuttavia sottolineato alla Nbc che gli agenti di frontiera hanno il «potere discrezionale» di detenere e interrogare i viaggiatori che arrivano da Paesi a rischio, come i sette elencati nel provvedimento di Donald Trump.

Confini
Intanto il tycoon, in un tweet, ha ribadito che «Il nostro Paese ha bisogno di confini forti e di controlli rigidi, ADESSO. Guardate a quello che sta succedendo in Europa e, anzi, in tutto il mondo - un caos orribile!».

Austria
Decine di migliaia di austriaci verranno colpiti dall'ordine del presidente degli Usa, Donald Trump, che ha chiuso le frontiere del Paese a chi provenga da sette paesi islamici. Se si calcolano soltanto i cittadini austriaci originari dell'Iran, si arriva a 30-35 mila persone, secondo le prime stime del ministero degli Esteri a Vienna. Si può immaginare, è la considerazione, che tutti coloro che hanno la cittadinanza iraniana non potranno entrare negli Usa. Queste persone potrebbero esibire il passaporto austriaco, «ma non sappiamo come si comporteranno gli Stati Uniti» nei loro confronti, ha detto un portavoce.

L'Iran protesta
L'Iran ha convocato l'ambasciatore svizzero a Teheran (che rappresenta gli interessi americani nel Paese) e gli ha consegnato una lettera di protesta contro lo stop agli ingressi, diretta a Trump. Nella missiva si sottolinea «l'approccio discriminatorio nei confronti dei cittadini iraniani», spiegando che la decisione si basa su «pretesti infondati e discriminatori, inaccettabili, in contrasto con le convenzioni sui diritti umani» e «con l'accordo» tra i due Paesi del 1955. Lo ha reso noto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qasemi.

Amnesty International
«Una decisione agghiacciante che potrebbe avere conseguenze catastrofiche». Così Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, ha commentato il decreto del presidente Trump che impedirà di cercare riparo negli Usa dalla guerra e dalla persecuzione a chi fugge da paesi come la Siria. «Alcuni dei peggiori scenari che temevano rispetto all'amministrazione Trump si sono già realizzati. Con un tratto di penna, il presidente ha trasformato in atti la sua odiosa retorica pre-elettorale, in questo caso selezionando le persone unicamente in base alla loro religione», ha proseguito Shetty. «Gli uomini, le donne e i bambini contro i quali è rivolto questo decreto sono vittime dello stesso terrore che il presidente Trump dichiara di voler combattere. Da non credersi, tanto più se si pensa che gli Usa hanno direttamente contribuito all'instabilità che spinge in molti paesi la gente a fuggire», ha sottolineato.

 «Negare protezione a chi ne ha bisogno non è la risposta alla peggiore crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale. Invece di chiudere le porte in faccia a coloro che non hanno altra scelta se non fuggire dalle loro case, l'amministrazione Trump dovrebbe ricordarsi che proprio gli Usa sono un paese costruito in larga parte da migranti e rifugiati. Questo decreto vergognoso e profondamente sbagliato segna anche un pericoloso precedente in un periodo in cui i paesi stanno cercando il modo per fermare i flussi di rifugiati».

Ultimo aggiornamento: 22:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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