Donald Trump difende la figlia Ivanka su twitter. Ed è subito travolto da una pioggia di critiche. Il presidente usa il suo account personale per attaccare i grandi magazzini Nordstrom, che hanno scaricato la linea di abbigliamento e si accessori di Ivanka. Poi, quasi non soddisfatto, decide di ritwittarsi con l'account Potus.
La bufera non si fa attendere: Trump, è l'accusa, usa l'account presidenziale, pagato dai contribuenti americani, per promuovere e difendere gli affari di famiglia, in un eclatante caso di conflitto di interessi.
«Mia figlia Ivanka è stata trattata ingiustamente da Nordstrom. È una bella persona, mi spinge sempre a fare la cosa giusta» è il tweet incriminato di Trump. Le azioni di Nordstrom risentono immediatamente dell'attacco e calano in Borsa. Ma si tratta di una flessione breve, e poco dopo tornano in territorio positivo. Nordstrom nell'annunciare la decisione di rinunciare alla collezione di Ivanka ha messo in evidenza come la scelta è legata solo a motivazioni economiche, e non politiche o legate alla campagna avviata sui social media per boicottare la linea Ivanka a causa del suo cognome.
Nordstrom diventa così una delle società attaccate da Trump su Twitter: sono già state sottoposte alla stessa esperienza Ford, Boeing e Lockheed Martin. Unica eccezione L.L. Bean: il presidente ha invitato i suoi follower ad acquistare dai grandi magazzini in risposta alla campagna di boicottaggio avviata in seguito alla decisione della nipote del fondatore di sostenere la campagna del presidente.