Trump, la Corte d'appello di Washington boccia il ricorso per il ripristino del bando contro i paesi musulmani

Domenica 5 Febbraio 2017
Trump, la Corte d'appello di Washington boccia il ricorso per il ripristino del bando contro i paesi musulmani
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Gli Stati Uniti sospendono temporaneamente, a livello nazionale, il bando agli ingressi in Usa per le persone provenienti dai sette paesi a maggioranza musulmana voluto dal presidente Donald Trump. Una decisione che apre la possibilità di una dura battaglia legale, se non una crisi costituzionale stando ad esperti, secondo cui la questione è destinata ad approdare alla Corte Suprema. Il bando di Trump bloccava l'ingresso negli Usa per 90 giorni di cittadini provenienti da sette Paesi musulmani (Iran, Sudan, Siria, Iraq, Yemen, Somalia, Libia). 

Il giudice James Robart, di Seattle, nominato dall'ex presidente repubblicano George W. Bush, ha accolto sabato la richiesta del procuratore dello Stato di Washington, Bob Ferguson, di bloccare l'ordine su base nazionale, sostenendo che, altrimenti, potrebbe provocare «un danno irreparabile».

La decisione ha scatenato la furia del presidente Trump che si è scagliato contro il giudice federale all'origine della svolta definendo la sua una «opinione ridicola» mentre la Casa Bianca. Subito dopo il dipartimento americano della Giustizia ha presentato un ricorso chiedendo di accantonare la disposizione del giudice, attraverso una procedura di emergenza. La Corte d'Appello di Washington però ha annunciato stamattina presto di avere respinto il ricorso presentato ieri dal Dipartimento di Giustizia. Il ricorso del Dipartimento di Giustizia era stato presentato ieri e Trump, al suo arrivo insieme con la first lady Melania al gala della Croce Rossa, aveva dichiarato, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento: «Noi vinceremo. Per la sicurezza del Paese vinceremo».

Terzo weekend tumultuoso quindi per il presidente per Trump, il primo dall'inaugurazione che passa in Florida, nel suo lussuoso resort di Mar-a-Lago. Dove sperava forse di trascorrere ore più tranquille con la moglie Melania e il figlio Barron e qualche partita di golf interrotta soltanto dalle telefonate con leader internazionali tra cui la prima conversazione con il presidente del consiglio Paolo Gentiloni.

La sfida ai provvedimenti di Trump contro gli immigrati era partita nei giorni scorsi dallo Stato di Washington che, seguito poi dal Minnesota, aveva denunciato gli effetti discriminatori del bando e il danno significativo che sabato la decisione procurava ai residenti. I due Stati avevano chiesto un'ingiunzione restrittiva temporanea affinché la loro denuncia potesse essere valutata, incentrata tra l'altro sulla possibilità che sezioni chiave del provvedimento possano essere incostituzionali. Quindi la svolta, con la decisione del settantenne magistrato di Seattle, secondo cui il ricorso dei due Stati poggia su basi solide per procedere: il bando andava quindi temporaneamente bloccato.

Negli Stati Uniti «nessuno è sopra la legge, nemmeno il presidente» è il commento a caldo del ministro della giustizia dello Stato di Washington, Bob Ferguson. Ma il presidente Donald Trump scatena la sua ira via Twitter: «L'opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente priva il nostro paese della legalità, è ridicola e verrà rovesciata», scrive. «Quando un Paese non è più in grado di dire chi può e chi non può entrare ed uscire, specialmente per ragioni di sicurezza, è un grosso problema», continua. «È interessante che alcuni Paesi del Medio Oriente siano d'accordo con il bando. Sanno che se a certe persone viene concesso di entrare è morte e distruzione!», incalza infine.

Una giornata, quella di sabato, segnata dalle tensioni con le proteste contro il bando di Trump (anche il presidente adesso lo chiama così, affermando di aver mutuato il termine dai media) continuate per tutto il giorno. A Washington c'è stata una marcia verso la sede della Corte Suprema a Capitol Hill. Raduni e cortei nelle principali città, da New York a Miami, e a Los Angeles. 

 

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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