Trattati di Roma, leader in Campidoglio e al Quirinale. Gentiloni: «Ricostruiamo fiducia nell'Europa»

Sabato 25 Marzo 2017
Trattati di Roma, leader in Campidoglio e al Quirinale. Gentiloni: «Ricostruiamo fiducia nell'Europa»
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In Campidoglio è il grande giorno. I 27 leader europei hanno sfilato nella piazza capitolina per riunirsi nella sala degli Orazi e Curiazi e firmare la dichiarazione di Roma, a 60 anni dalla storica cerimonia dei Trattati, avvenuta il 25 marzo 1957.
 

 

«È stato un viaggio di conquiste. Un viaggio di speranze realizzate e di speranze ancora da esaudire» - ha detto Gentiloni nel suo discorso di apertura - «Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Europa era ridotta a un cumulo di macerie. Milioni di europei morti. Milioni di europei rifugiati o senza casa. Un continente che poteva contare su almeno 2500 anni di storia, ritornato di colpo all'anno zero. Prima ancora che la guerra finisse, reclusi in una piccola isola del Mediterraneo, due uomini, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, assieme ad altri, sognavano un futuro diverso. Un futuro senza guerre. Un futuro prospero. Un futuro di pace».

Poi il premier ha citato de Gasperi, Monnet e Gadamer: «Va ricostruita la fiducia dei cittadini nell'Europa», ha detto.

Ha poi preso la parola il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: «Dobbiamo mettere tutto il nostro impegno per un'unione indivisibile. Non per nostalgia, ma perché solo restando uniti saremo in grado di sostenere sfide che ci attendono, garantire un'Europa più sicura, all'altezza della sfuide del mondo di oggi».

«Ci sarà un centesimo anniversario», ha augurato Juncker.
 
 

I 27 leader quindi, dopo aver firmato il documento, si sono spostati al Quirinale, dove ad accoglierli c'era il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Il nostro ideale di libertà e democrazia è sotto attacco - ha detto Mattarella, rivolgendosi ai capi di Stato - il terrorismo ha colèpito di nuovo una delle capitali d'Europa, Londra. Serve una grande mobilitazione e un'incisiva azione comune per rispondere fermamente a queste minacce. L'Unione si è rafforzata in questi 60 anni. L'Europa ha attraversato periodi di stasi, altri di grande attività, altri ancora di delusione, come la mancata ratifica della costituzione. Nella dichiarazione che avete firmato si ribadisce che il nostro futuro si identifica con il nostro essere insieme. La solidarietà fra i popoli e la tolleranza, che sono i nostri valori, permetteranno all'Unione di fare un ulteriore salto di qualità. Le linee sono chiare: un'Europa sicura, prospera, portartice di pace e protagonista sul piano internazionale. Ma dobbiamo concludere con sincerità che l'attuale architettura europea deve essere ripensata. Dobbiamo serrare i ranghi della nostra Unione per renderla più competitiva. Oggi inizia una fase costituente che sarà feconda». Mattarella ha poi invitato i presenti a levare i calici per «brindare all'Europa».

«Si è conclusa una grande giornata, una grande festa per noi tutti, che confidiamo sia anche di buon auspicio per i tempi che verranno», così il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano. «L'Italia come palcoscenico d'Europa, una Europa vera, viva, forte, solidale, sicura. E questo è stato possibile, ancora una volta, grazie al lavoro, alla passione e all'impegno delle donne e degli uomini delle Forze dell'Ordine, a cui va il mio ringraziamento affettuoso e la mia riconoscenza. Con la loro consueta efficienza si conclude in bellezza una giornata che segna il passo della storia, per l'Italia e per l'Europa tutta».
 
 

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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