Da paradiso tropicale a incubo ecologico. Le spiagge della costa occidentale dello Sri Lanka sono state sommerse da enormi quantità di plastica provenienti da una nave porta container in fiamme da giorni al largo della capitale Colombo e l'isola rischia il peggior disastro ambientale della sua storia.
Nel tratto di mare intorno alla porta cointainer, lunga 186 metri, è in corso un'operazione internazionale che cerca di circoscrivere la marea nera ed evitare che la nave si spezzi in due o più tronconi.Oltre al carburante nel serbatoio, il cargo trasporta 278 tonnellate di altro carburante e 50 tonnellate di diesel marino. Intanto le autorità dello Sri Lanka hanno vietato la pesca per un raggio di 80 chilometri attorno al relitto in fiamme e chiuso al pubblico le spiagge coinvolte. Le squadre di soccorso saranno impegnate per settimane. «Non ne vediamo la fine. Ieri abbiamo rimosso tutta la plastica da questa spiaggia. Con quello che le onde hanno depositato durante la notte, non ci resta che ricominciare da capo», ha dichiarato all'Afp Manjula Dulanjala, uno dei responsabili delle operazioni di recupero precisando che lo strato di plastica e detriti raggiunge in alcuni punti un'altezza di 60 cm.
«È probabilmente il più importante inquinamento delle spiagge nella nostra storia», ha affermato Dharshani Lahandapura, presidente dell'Autorità per la protezione dell' ambiente marino (Mepa). Gli esperti temono che le microplastiche inquineranno l' ambiente marino per gli anni a venire. E se le plastiche ancora intere sono visibili su queste spiagge una volta votate al turismo e ora completamente fuori gioco, le plastiche che si decompongono in mare sono esse stesse una seria minaccia per le acque poco profonde di questa regione nota in particolare per i suoi granchi e gamberi giganti. Gli scienziati stanno anche valutando l'impatto sulle mangrovie, sulle lagune e sulla vita marina della regione.