Inferno Siria, attacco ai ribelli a Duma. «Almeno 100 vittime, molte donne e bimbi. Usate armi chimiche»

Domenica 8 Aprile 2018
Inferno Siria, attacco ai ribelli a Duma. «Almeno 100 vittime, molte donne e bimbi. Usate armi chimiche»
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Con una miscela di gas e armi convenzionali usati contro intere famiglie ammassate in scantinati di edifici semi distrutti a est di Damasco si è consumato quel che forse è l'ultimo atto della barbarie contro i civili dell'ultimo angolo della Ghuta, l'area in mano a miliziani anti-governativi e per questo da sei anni assediata dalle truppe lealiste sostenute da Iran e Russia.
 


I raid a Duma, secondo diverse fonti, avrebbero causato almeno 100 morti e forse mille feriti.
Gli attacchi attribuiti al governo hanno scatenato dure reazioni internazionali, in primis dagli Stati Uniti che non escludono una risposta armata contro il governo siriano del presidente Bashar al Assad. Anche l'Unione Europea e, soprattutto, Papa Francesco hanno espresso forti condanne per l'utilizzo di armi non convenzionali contro civili. Dal canto suo il governo siriano smentisce l'uso di gas tossici e la Russia respinge al mittente le accuse di essere coinvolta nei bombardamenti. Damasco afferma che la risposta militare contro i miliziani di Duma è avvenuta dopo che questi hanno sparato diversi mortai e razzi contro quartieri residenziali di Damasco uccidendo quattro civili nelle ultime 48 ore.
 

«Il presidente Putin, la Russia e l'Iran sono responsabili per il sostegno all'animale Assad. Grande prezzo da pagare»: dopo il presunto attacco chimico a Duma, Siria, Donald Trump è furioso, tanto da attaccare il leader del Cremlino accusandolo per la prima volta per nome su Twitter da quando è stato eletto.


 
 


Secondo fonti mediche concordanti a Duma sono decine (si parla di 70 uccisi ma altre fonti riferiscono di 150) i civili e circa uccisi e circa mille i feriti nelle ultime 24 ore in due distinti attacchi con gas tossici attribuiti all'aviazione governativa e lanciati sulla cittadina di Duma, ultima roccaforte dei miliziani di Jaysh al Islam, sostenuti a lungo dall'Arabia Saudita ma da settimane lasciati a se stessi a negoziare la resa. Questa è arrivata oggi, secondo i media governativi siriani, dopo che i negoziati tra Russia e Jaysh al Islam si erano interrotti nei giorni scorsi. Gli attacchi con armi chimiche sembrano così aver sortito uno degli effetti forse desiderati da Damasco: spingere i miliziani ad accettare i termini dell'accordo per lasciare Duma. Secondo l'intesa annunciata oggi mentre si soccorrevano ancora i feriti degli attacchi delle ultime ore, i combattenti di Jaysh al Islam saranno deportati nel nord della Siria, in un'area affidata alla tutela turca secondo gli accordi tra Russia, Iran e Turchia raggiunti l'anno scorso. Assieme a loro andranno alcune migliaia di civili, tra cui loro familiari. 
 

Le altre decine di migliaia di civili presenti a Duma - circa 100mila in tutto secondo fonti Onu - saranno invece deportati in campi di sfollati nella zona di Damasco, assieme ai civili delle altre zone della Ghuta che si sono arrese una dopo l'altra dal 23 marzo scorso. Secondo gli ultimi medici presenti a Duma, gli attacchi chimici sono avvenuti ieri pomeriggio e ieri sera e hanno preso di mira delle zone di Duma densamente popolate da sfollati locali e da altri giunti nella città nelle ultime settimane dalle altre località della Ghuta cadute sotto i colpi governativi e russi. Nel primo attacco i sintomi segnalati dai soccorritori fanno pensare all'uso di cloro, mentre nel secondo attacco si ipotizza l'utilizzo di una miscela di gas nervino e sarin ma è impossibile dire con certezza le materie tossiche usate nei bombardamenti aerei. I medici affermano che le vittime del secondo attacco non sono riuscite a fuggire e che molti sono morti negli scantinati dove si erano rifugiati. Mentre nel primo attacco, quello forse col cloro, le vittime hanno presentato sintomi di soffocamento, bave schiumose alla bocca e convulsioni ma che sono comunque riuscite a uscire dagli edifici colpiti. Gli attacchi «chimici» sono stati preceduti da intensi bombardamenti aerei con armi convenzionali. E i raid sono continuati anche durante e dopo i lanci di gas tossici su Duma. ​


 

Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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