Hawaii, salva l'amico che voleva lanciarsi nel vuoto: poi precipita e muore

Sabato 7 Gennaio 2017 di Federica Macagnone
Hawaii, salva l'amico che voleva lanciarsi nel vuoto: poi precipita e muore
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Quando ha visto il suo amico che minacciava di lanciarsi nel vuoto dal 14° piano, Tommy Bennett, 24enne inglese, ha seguito il suo istinto: doveva salvarlo, e per farlo si è arrampicato sul cornicione di uno dei dormitori della University of Hawaii a Honolulu, sfidando l'altezza e riuscendo a convincerlo a non uccidersi. Ma quando sembrava che tutto stesse per concludersi con un grande spavento, il cornicione si è sgretolato sotto i suoi piedi: Tommy è precipitato ed è morto sul colpo, mentre l'amico è riuscito a salvarsi tenendosi aggrappato alla finestra. Da quel momento, però, una parte di lui è come morta e il rimorso non gli ha più dato tregua.
 

 


Dall'agosto 2015 il senso di colpa lo ha accompagnato tutti i giorni e lui non è più riuscito a riprendersi veramente. Adesso quel macigno sembra essere diventato più leggero da quando la mamma di Tommy ha deciso di contattarlo per comunicargli di averlo perdonato. «Non ho niente contro di lui - ha detto Lesley Heard, 51 anni, che viene a Plymouth, nel Devon - Non voglio che la sua vita sia piena di rimpianti per quello che è successo. Voglio che l'eredità di Tommy sia quella di aver dato la sua vita per un amico. Ho sentito il ragazzo poco tempo fa e mi ha detto che il mio perdono era fondamentale per la sua ripresa: io gli ho semplicemente detto che è stato un tragico incidente e che non è stata colpa sua». Secondo un'inchiesta, Tommy è morto a causa del trauma dovuto all'impatto, mentre l'amico è riuscito a salvarsi ancorandosi alla finestra. «Anche se la parola eroe ormai è inflazionata credo che il suo gesto abbia dimostrato che lui lo era veramente - ha detto il fratello della vittima - Siamo tutti così immensamente orgogliosi di Tom per il suo atto d'amore».

«Tommy aveva a cuore la gente e per questo era amato da tante persone - ha detto Ted Guillory, l'amico che ospitava la festa al 14° piano del dormitorio dell'Università in quella tragica notte - Ha dimostrato di tenere più alle altre persone che a se stesso.
Lui è veramente quello che si può definire un eroe».

Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 19:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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