Oxfam: «Abusi e violenze sui migranti lungo la rotta balcanica»

Venerdì 7 Aprile 2017
Oxfam: «Abusi e violenze sui migranti lungo la rotta balcanica»
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Violenza sistematica, brutalità e trattamenti illegali. E’ quanto denunciano di subire rifugiati e migranti lungo la rotta balcanica, secondo Un “gioco” pericoloso, il nuovo rapporto diffuso da Belgrade Centre for Human Rights (Bchr), Macedonian Young Lawyers Association (Myla) e Oxfam.
 
Centinaia di persone che scappano da guerre, persecuzioni, povertà raccontano infatti - si legge in una nota di Oxfam - di essere state picchiate, derubate e trattate in modo disumano per mano di poliziotti, guardie di frontiera o altre autorità pubbliche. Molti testimoniano di deportazioni vere e proprie, di funzionari che negano il diritto d’asilo a chi chiede protezione internazionale.
 
Gli abusi. 140 interviste, raccolte in Serbia e Macedonia su fatti avvenuti lungo i paesi della rotta balcanica (inclusi Ungheria, Croazia e Bulgaria), che vanno in un’unica direzione, mettendo in luce uno schema ricorrente e inquietante di abusi da parte di forze dell’ordine contro migranti, inclusi bambini.
 
«Ci hanno messo in una gabbia senza cibo per tre giorni. Ci hanno picchiato violentemente e ci hanno fatto anche l’elettrochoc». Così Isaaq, fuggito dall’Afghanistan, descrive il trattamento subito in Bulgaria. «Abbiamo attraversato il confine con l'Ungheria, ma la polizia ci ha preso. Ci hanno costretti a spogliarci e a sederci nudi in mezzo alla neve, mentre ci versavano addosso acqua gelida», aggiunge Majeed anche lui di origine afghana.

In Croazia, alcuni migranti testimoniano di essere stati picchiati dalla polizia di frontiera con i manganelli, costretti a spogliarsi e respinti oltre il confine con la Serbia; in Bulgaria, la polizia avrebbe derubato di tutto un gruppo che cercava di passare, portandogli via perfino le scarpe per poi rispedirli oltre il confine.
 
«Si tratta di migliaia di persone che scappano da guerre e persecuzioni nei loro paesi d'origine per finire in un altro inferno qui in Europa - afferma Riccardo Sansone, coordinatore umanitario di Oxfam Italia -. Le testimonianze che abbiamo raccolto denunciano disumanità anche da parte delle autorità di Stati membri dell'Unione europea, con il solo obiettivo di impedire a queste persone di entrare nel proprio territorio».
 
«Questi maltrattamenti inauditi, nonché illegali, non servono a fermare il flusso delle persone in cerca di sicurezza e dignità in Europa - ha aggiunto Nikolina Milić del Belgrade Centre for Human Rights -  Quasi tutti infatti ci hanno detto di non avere nulla da perdere e che tenteranno ancora, per quanto pericoloso possa essere. Bisogna garantire a queste persone un accesso equo ed efficace alle procedure di richiesta di asilo, e le autorità devono indagare sulle denunce di abusi».
  
Migliaia di migranti respinti da un Paese all’altro: 7.800 migranti bloccati in Serbia, 1000 hanno passato l’inverno all’aperto. Ancora oggi oltre 1000 migranti, sui 7.800 bloccati in Serbia, non hanno un riparo e hanno passato l’inverno al freddo con temperature fino a meno 20 gradi.  Qui, come in Macedonia, non vi è alcuna garanzia di poter accedere alle procedure di richiesta d’asilo, al contrario, le testimonianze parlano di frequenti casi di deportazioni collettive, illegali secondo il diritto internazionale. Il rapporto dimostra inoltre come le autorità costringano i migranti ad andare da un paese all’altro, senza esaminare caso per caso le richieste come previsto dalla legge, senza fornire assistenza legale e senza alcuna possibilità di appello. Un modus operandi che non solo è illegale, ma anche immorale.
 
«Le azioni illegali messe in atto da chi dovrebbe far rispettare la legge generano un clima di paura e incertezza tra migranti e rifugiati - ha aggiunto Sansone -. Molti finiscono col mettersi nelle mani dei trafficanti per proseguire il viaggio in Europa, esponendosi a ulteriori violenze. Questi comportamenti fuori legge sono già stati denunciati in passato, ma l’Unione europea ha fatto molto poco per fermarli. Al contrario, il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha lodato la gestione della crisi migratoria da parte degli stessi Governi chiamati in causa dal rapporto diffuso oggi. L’Ue dovrebbe essere un punto di riferimento, un bastione per il rispetto e la difesa dei diritti umani, ma avallando queste politiche di fatto appoggia i comportamenti violenti. Un marchio di vergogna per i governi che ne sono responsabili e per l’intera Unione».
 
Oxfam, BCHR e MYLA chiedono con urgenza ai governi di Serbia, Croazia, Ungheria e Bulgaria di cessare immediatamente ogni genere di violazione dei diritti delle persone e di perseguire quanti commettano crimini contro migranti e rifugiati. Si appellano inoltre all’Ue perché siano rispettati i diritti umani e la legge internazionale lungo la rotta balcanica, riassumendo il ruolo di guida morale e legale che le compete.
 

 

Ultimo aggiornamento: 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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