Usa, scontro sulla pillola del giorno
dopo: sfida dei giudici a Obama

Domenica 6 Luglio 2014
Usa, scontro sulla pillola del giorno dopo: sfida dei giudici a Obama
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​Sulla pillola del giorno dopo in America scontro aperto. Uno scontro non solo tra le forze politiche e della società civile, ma un terremoto che scuote le massime istituzioni dello Stato federale. Tanto che il presidente, Barack Obama, medita di intervenire nei prossimi giorni. Tutto nasce dalla Corte Suprema, che nel giro di due giorni ha stroncato per ben due volte la norma dell'Obamacare che prevede l'obbligo dei datori di lavoro di offrire alle proprie dipendenti un piano assicurativo che copra anche i contraccettivi, a partire proprio dalla pillola abortiva. Questa norma non vale - hanno deciso a maggioranza i giudici costituzionali lunedì scorso - se il datore di lavoro avanza obiezioni di tipo religioso.



Una vittoria per i cattolici, una sconfitta per la Casa Bianca. Ma dalla vicenda esce una Corte Suprema più che mai spaccata, con le tre donne del massimo organo giurisdizionale statunitense in rivolta contro i colleghi maschi, «responsabili», a loro dire, delle ultime decisioni di segno «illiberale» e «conservatore». Decisioni che segnano un passo indietro sul fronte della difesa dei diritti delle donne.



Si tratta di un tema molto sensibile, tra l'altro, in vista delle elezioni di metà mandato di novembre, con i repubblicani in affanno per cercare di recuperare parte dell'elettorato femminile che quasi in massa nelle ultime tornate elettorali (a partire dalla rielezione di Barack Obama) ha votato per i democratici. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nuova decisione della Corte Suprema, mercoledì, di accogliere il ricorso di un istituto cristiano dell'Illinois, il Christian College, esentando anche questo, seppur temporaneamente, dall'obbligo di accettare la copertura assicurativa anche per la contraccezione.



E bocciando anche la strada di coperture assicurative alternative. «È una decisione che mina la fiducia nelle istituzioni», scrive in una memoria la giudice Sonia Sotomayor. E la Casa Bianca - scrivono i media americani - starebbe lavorando per permettere al presidente Obama di varare nei prossimi giorni misure esecutive che pongano rimedio allo stato di incertezza e di confusione nel mondo del lavoro provocato dalle decisioni della Corte. Si riapre anche il discorso sulla composizione del massimo organo giurisdizionale statunitense, a cui Obama, prima di lasciare la Casa Bianca, vorrebbe imprimere un'orientamento più «liberal» con nuove nomine. Impresa non facile, ma certo non impossibile.
Ultimo aggiornamento: 08:16

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