New York, piomba con furgone sulla pista ciclabile: 8 morti. L'attentatore: «Ho agito per l'Isis». Preso un secondo uomo

Mercoledì 1 Novembre 2017
New York, piomba con furgone sulla pista ciclabile: 8 morti. L'attentatore: «Ho agito per l'Isis». Preso un secondo uomo
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Sayfullo Saipov, il killer di New York che alla guida di un pick up è piombato su una delle più affollate piste ciclabili di Manhattan provocando otto morti e una dozzina di feriti, ha agito per l'Isis. Ha agito ad halloween per trovare per strada più gente da uccidere, ha confessatro agli agenti che lo arrestavano. Alcuni appunti scritti a mano in arabo e rinvenuti vicino al furgoncino bianco, affittato da Home Depot in New Jersey, mostrano - secondo indiscrezioni - la sua fedeltà allo stato islamico, di cui aveva anche una bandiera. Nessun collegamento diretto è per ora emerso, anche se l'attentatore, a quanto afferma la polizia, «ha seguito le istruzioni online dell'Isis su come effettuare un attacco». Le indagini, di cui è incaricata l'Fbi, continuano, anche se si parla ufficialmente di terrorismo. Saipov è comparso nel tribunale federale di Manhattan su una
sedia a rotelle.



L'Fbi, intanto, ha rintracciato il secondo cittadino uzbeko collegato all'attacco di oggi a New York. Lo afferma l'agente William Sweeney nel corso della conferenza stampa in cui sono presentate le accuse ufficiali contro il killer di New York. Dieci pagine per dettagliare le accuse contro Sayfullo Saipov, il killer di New York.

La polizia e l'Fbi presentano due capi d'accusa: «sostegno a organizzazioni terroristiche internazionali» e «violenza e distruzione di un veicolo». Nella ricostruzione delle autorità si parla di 90 video rinvenuti sul cellulare del killer legati alla propaganda Isis, inclusi alcuni che mostrano l'uccisione di prigionieri da parte di militanti, decapitazioni e istruzioni per costruire una bomba in casa.

Il killer di New York si è detto «orgoglioso» dell'attacco. «Avrei voluto uccidere ancora», sono le sue parole agli investigatori con cui ha parlato all'ospedale di Bellevue, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Alla guida del suo furgoncino Saipov è sceso agitando quelle che sembravano due armi, dopo essersi scontrato con un pulmino di una scuola nelle vicinanze. Se quello scuolabus non avesse fermato la sua corsa l'uomo «avrebbe continuato a falciare pedoni e ciclisti», secondo quanto ha rivelato lo stesso attentatore. Un attacco pianificato da settimane, secondo le autorità: l'uomo sapeva perfettamente dove poter colpire per realizzare quello che James O'Neill, capo della polizia di New York, definisce «il peggior attacco a New York dall'11 settembre». 

«Sayfullo Saipov è arrivato negli Stati Uniti nel marzo del 2010, ed è legalmente negli Usa. Ha pianificato l'attacco per settimane», ha precisato John Miller, vice commissario della polizia di New York, sottolineando che il killer è all'ospedale di Bellevue, dove è in arresto.

 
 


L'attentatore
Saipov non è americano, è dell'Uzbekistan, paese non incluso nel bando agli arrivi dalle nazioni a maggioranza musulmana di Trump. È arrivato negli Stati Uniti nel 2010 ed è munito, riporta Fox, di carta verde che gli consente di lavorare nel paese. Saipov ha lavorato come autista per Uber: una persona «molto amichevole» lo descrive un suo amico. Con i figli e la moglie, sentita dagli investigatori e sposata nel breve periodo in cui ha vissuto in Ohio, abitava in New Jersey, a Paterson, ma quando è stato fermato dalla polizia era in possesso di un documento rilasciato a Tampa, in Florida.

Nel computer di Saipov è stato trovato materiale legato all'Isis. Il killer è un «lupo solitario» che si è «radicalizzato» negli Stati Uniti, ha affermato il governatore di New York, Andrew Cuomo. L'uomo è stato interrogato durante la notte e si sarebbe mostrato abbastanza collaborativo. 

Secondo quanto riportato dalla Abc, Sayfullo Saipov era stato interrogato da agenti federali dell'Homeland Security già nel 2015, per sospetti legami con due elementi jihadisti, ma non fu indagato per assenza di prove. Un amico di Saipov, Kobijon Matkarov, ha detto alla Nbc che non c'erano avvisaglie che potesse compiere un attentato. «Era un ragazzo molto allegro. Gli Stati Uniti gli piacevano. Non è un terrorista. Era sempre felice, rideva sempre».


Un video lo mostra correre per le strade, prima di essere fermato dall'agente Ryan Nash con un colpo di pistola allo stomaco.
 


Le reazioni
Nonostante la paura New York però non si ferma. La consueta parata di Halloween si svolge per le strade della città alla presenza del sindaco Bill de Blasio e del governatore Andrew Cuomo. Le misure di sicurezza sono imponenti: pur essendosi trattato - secondo le prime indicazioni - di un attacco condotto da un 'lupo solitariò, le indagini sono ancora in una fase iniziale e la precauzione è d'obbligo. Alla luce dell'attacco e con la memoria ancora fresca di quanto accaduto a Boston nel 2013, la maratona di New York, in calendario domenica 5 novembre, sarà blindata. Le indagini procedono veloci: l'obiettivo è accertare se Saipov fosse o meno parte di una rete. Controlli sono scattati nella moschea che frequentava in New Jersey, e che era finita nel mirino della polizia nel 2006 nell'ambito del criticato programma di sorveglianza delle comunità musulmane. Il passato di Saipov non ha finora rivelato sorprese, se non alcune infrazioni stradali.


 

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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