Iran contro Israele, l'attacco imminente ma calibrato e l'uso delle milizie proxy: cosa sappiamo

Sabato 13 Aprile 2024 di Stefania Piras
Iran contro Israele, l'attacco imminente ma calibrato e l'uso delle milizie proxy: cosa sappiamo

Scontro Iran Israele: sono ormai giorni che ci si chiede con angoscia quale sarà la vendetta della Repubblica islamica contro lo Stato Ebraico. Sappiamo che sarà imminente e, attraverso quello che riportano i media che citano fonti di intelligence, che l'Iran ha promesso una risposta, un attacco contro Israele a cui attribuisce la responsabilità del raid aereo che ha colpito e raso al suolo il consolato iraniano a Damasco, in Siria, lo scorso 1° aprile. Sappiamo che potrebbe essere una risposta che non dovrebbe innescare un'escalation maggiore, cioè che sarà «controllata», «calibrata» e «non provocatoria» nei confronti degli Stati Uniti a cui viene esplicitamente chiesto di rimanere fuori dallo scontro. Gli analisti e i funzionari dell'intelligence americana pensano che verranno colpiti diversi obiettivi all'interno di Israele ma non indicano quale forma assumerà l'attacco, quali tipi di obiettivi saranno coinvolti e la tempistica precisa. Si parla di un'operazione con droni e missili ma al momento sono solo speculazioni: non c'è certezza. Gli Stati Uniti hanno forze militari in diversi punti del Medio Oriente, ma è probabile che l'Iran non le prenderà di mira, per evitare di scatenare un conflitto diretto con gli Stati Uniti. Viene riportato inoltre che c'è lintenzione di «usare proxy regionali per lanciare una serie di attacchi contro Israele». I "proxy" sono milizie, gruppi ribelli, o altre entità non statali che  fanno parte dell'Asse della Resistenza e che agiscono su mandato dell'Iran.

Sono dislocate in Yemen, Siria, Iraq e Libano. Perciò anche da questi Paesi potrebbe arrivare l'attacco contro Israele. 

Scontro Iran Israele, portaerei nel Mar Rosso e nave cargo sequestrata

La tensione in Medio Oriente sta salendo sempre di più e al momento si sta concentrando nel Golfo persico: c'è  una nave da cargo battente bandiera portoghese e «legata a Israele» che è stata sequestrata dalle forze speciali dei Guardiani della Rivoluzione (Iran) nello stretto di Hormuz. Lo afferma l'agenzia di stampa Irna. «Una porta-container intitolata Mcs Aries è stata presa dalle forze speciali marittime» nel corso di «un'operazione condotta con un elicottero nei pressi dello Stretto di Hormuz», ha scritto l'Irna. L'agenzia iraniana conferma che la nave «batte bandiera portoghese ed è gestita dalla società Zodiac, che appartiene al capitalista sionista Eyal Ofer», e stava «dirigendosi verso le acque territoriali iraniane». 

Gli Stati Uniti, invece, stanno spostando la portaerei USS Dwight D. Eisenhower di fronte alle coste israeliane. Si tratta di una mossa strategica: la nave da guerra funge da scudo contro l'imminente attacco iraniano. 

Chi sono i proxy

L'Iran chiede agli Stati Uniti di non immischiarsi: l'escalation è dietro l'angolo, hanno detto. Ma la Repubblica Islamica dell'Iran combatte da quarant'anni per debilitare il suo avversario Israele, e il suo alleato statunitense per espandere la sua influenza sulla regione dove, nel corso degli ultimi decenni, ha provato a  ispirare rivolte religiose simili alla sua rivoluzione del 1979. Sebbene le aspettative dei leader iraniani di una rivolta su larga scala contro l'ordine regionale esistente siano state deluse, le loro aspirazioni si sono concretizzate nel far emergere e coltivare questi gruppi di militanti che hanno cercato in questi anni il "patrocinio" iraniano. Teheran ha anche sviluppato una strategia calcolata per dare potere a queste milizie presenti in ciascun Paese vicino, le ha armate per procura con un lavoro di persuasione a distanza tra i cui esiti gli analisi configurano anche l'assalto di Hamas del 7 ottobre.

Ma tra le milizie affiliate all'Iran non c'è solo il gruppo terroristico che opera a Gaza, c'è  la Jihad islamica palestinese e altre milizie, come gli oppositori sciiti di Saddam in Iraq, gli Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen.  e ad Hamas, ha dato enormi frutti nei decenni successivi, così come l'aiuto agli . La verità, scrivono i redattori di Foreign Affairs, è che l'Iran è ora «in una posizione migliore che mai per dominare il Medio Oriente, anche grazie alla capacità di interrompere il trasporto marittimo in diversi punti critici». Proprio come è avvenuto oggi con la nave cargo sequestrata e con le azioni degli Houthi nel Mar Rosso. Teheran mira a espandere la sua influenza anche come opportunità per allinearsi ancora più strettamente con la Russia e la Cina. E a proposito di tensioni sul fronte marittimo non si può non ricordare che appena un mese fa Cina, Iran e Russia hanno lanciato una piccola esercitazione navale congiunta, la quarta del genere negli ultimi cinque anni, nel Golfo di Oman.

Inoltre, l'influenza dell'Iran sulle milizie è stata rafforzata dall'eliminazione della maggior parte dei suoi concorrenti radicali in Medio Oriente. Dopo la rimozione dal potere di dittatori molto potenti come Saddam e Muammar Gheddafi in Libia, la Repubblica islamica è diventata uno dei pochi attori regionali con l'interesse e le risorse per sostenere milizie armate.

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L'Iran e Hamas

Dalla presa di controllo di Gaza da parte di Hamas nel 2007, l'Iran è stato il principale patrocinatore del gruppo. Ha offerto denaro, materiale e altri tipi di sostegno che hanno reso possibile l'attacco del 7 ottobre, tra cui tecnologie militari, intelligence e ben 300 milioni di dollari all'anno in assistenza finanziaria. Ha fornito droni e razzi, nonché infrastrutture e addestramento per aiutare Hamas a costruire le proprie armi, armi che Hamas ha usato per continuare a colpire Israele per diversi mesi dopo l'attacco iniziale. Dopo il 7 ottobre, anche le milizie sostenute dall'Iran hanno rapidamente intensificato le attività ostili contro le forze israeliane e statunitensi nella regione. Questi assalti hanno causato 186 vittime tra i membri dei servizi statunitensi. Tra queste, si contano anche 130 lesioni cerebrali traumatiche, la perdita di tre riservisti dell'esercito in Giordania e la morte di due SEAL della Marina in missione per intercettare armi illecite iraniane al largo delle coste della Somalia.

L'Iran e gli Houthi

Gli Houthi, il gruppo armato sostenuto dall'Iran che governa gran parte della popolazione dello Yemen, hanno attaccato le navi in navigazione nel Mar Rosso, causando una riduzione del 50% del transito attraverso il Canale di Suez nei primi due mesi del 2024.

L'Iran ed Hezbollah

A partire dal 2013, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) ha collaborato con il suo principale surrogato, Hezbollah, per mobilitare brigate di sciiti afghani e pakistani e radunarli in una più ampia milizia sciita transnazionale per difendere il regime di Bashar al-Assad in Siria. Teheran ha anche costruito un'efficace partnership con la Russia durante la guerra civile siriana, che si è estesa in una più ampia cooperazione strategica dopo l'invasione dell'Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin (sono iraniani i droni Shaded che imperversano in Ucraina). 

Dopo l'invasione del Libano da parte di Israele nel 1982, la neonate Guardie Rivoluzionarie iraniane iniziarono ad addestrare e coordinare il gruppo armato sciita Hezbollah. L'assistenza dell'Iran ha immediatamente reso Hezbollah più potente: il gruppo ha organizzato una serie di devastanti attentati suicidi contro strutture governative francesi e statunitensi nel 1983 e 1984 in Libano, oltre a rapimenti, dirottamenti e violenze in altri luoghi, come l'attentato a un centro comunitario ebraico in Argentina nel 1994 e l'attentato suicida a un autobus in Bulgaria che ha ucciso cinque turisti israeliani nel 2012.

Hezbollah conta decine di migliaia di combattenti attivi e, con l'aiuto di Teheran, ha accumulato un arsenale di circa 150.000 razzi e missili, per lo più a corto e medio raggio, oltre a droni e artiglieria anticarro, antiaerea e antinave. Teheran continua a fornire a Hezbollah un sostegno che va da 700 milioni a 1 miliardo di dollari all'anno e il gruppo rimane il principale attore sociale, politico e militare in Libano. 

La guerra civile siriana ha emancipato gli Hezbollah che sono stati i primi a plaudire all'attacco del 7 ottobre. A sua volta, Hezbollah ha addestrato e coordinato la più ampia rete di milizie sciite sostenute dall'Iran che si sono riversate in Siria da Afghanistan, Iraq, Pakistan e Yemen. 

Escalation e trappole: gli errori da evitare secondo Foreign Affairs

Cosa può succedere oggi? Quel che va evitato, scrive Foreign Affairs, sono errori simili a quelli che Washington ha commesso due decenni fa, quando ha invaso l'Iraq, o nel 2018, quando Trump si è ritirato dall'accordo sul nucleare iraniano del presidente Barack Obama. Un errore di calcolo da parte di uno qualsiasi degli attori coinvolti, compreso l'Iran stesso, potrebbe innescare un conflitto molto più ampio e intenso in tutto il Medio Oriente, causando danni profondi alla stabilità regionale e all'economia globale. Tra le priorità l'autorevole rivista americana segnala anche un ruolo più incisivo nell'affrontare la crisi umanitaria e la carestia a Gaza. Infine si sottolinea l'importanza di aprire la strada a transizioni di leadership sia nei territori palestinesi che in Israele e contenere le pressioni che una serie di attori, soprattutto l'Iran, stanno esercitando per espandere il conflitto in Medio Oriente. 

Ultimo aggiornamento: 15:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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