Gran Bretagna, intesa di massima fra Tory e unionisti nordirlandesi. May da Macron

Martedì 13 Giugno 2017
Gran Bretagna, intesa di massima fra Tory e unionisti nordirlandesi. May da Macron
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Ci vorranno ancora «36 ore» per raggiungere un accordo di governo tra Tory e gli unionisti nordirlandesi del Dup. Lo riferisce una fonte di Westminster alla Bbc precisando che «l'accordo è stato raggiunto a grandi linee ma devono essere definiti i dettagli».

Intermezzo parigino intanto  oggi pomeriggio per la premier britannica Theresa May, ospite dal presidente francese Emmanuel Macron, in una pausa del suo faticoso tentativo di mettere insieme una maggioranza dopo il risultato deludente delle elezioni anticipate da lei stessa volute nel Regno Unito l'8 giugno. I due, rilevano i media londinesi, si presentano all'appuntamento in condizioni opposte: rafforzato dal voto Macron, indebolita la May, anche se paradossalmente lei ha avuto in cifra assoluta e in percentuale più consensi di lui (ma con un Labour che è andato benissimo a differenza dei socialisti d'oltralpe).

Fra i temi sul tavolo, Downing Street confida in una piena sintonia sulla lotta al terrorismo e contro «la propaganda estremista sul web». Mentre si ragiona da fronti opposti sulla Brexit, che May intende attuare e che Macron ha invece sempre criticato con durezza: per il Financial Times, non ci sono da aspettarsi «sconti da parte di Parigi» al riguardo. Tuttavia, anche su questo punto, l'indebolimento della premier sembra poter aprire se non altro le porte a un approccio più soft di Londra nei negoziati con Bruxelles. 

Tornando ai negoziati per il governo la leader della destra unionista nordirlandese del Dup, Arlene Foster, è la stampella essenziale per garantire al governo Tory una striminzita maggioranza di 6 voti alla Camera dei Comuni dopo il brutto risultato delle elezioni. La Bbc parla di ottimismo da entrambe le parti su una possibile intesa finale per un patto d'azione comune. Patto che non dovrebbe dar vita a una coalizione vera e propria, ma assicurare il sostegno determinante dei 10 deputati unionisti su passaggi cardine per la sopravvivenza del nuovo governo: dalla
approvazione del bilancio alla politica di difesa. May è chiamata a concedere più fondi a Belfast, ad alleggerire l'austerità in materia sociale e pensionistica e a focalizzare il negoziato per la Brexit sulle questioni economiche più che sul contenimento dell'immigrazione. Ha invece escluso a priori qualsiasi concessione al Dup su temi come il matrimonio gay, al quale gli unionisti protestanti restano contrari. 

Avanti piano insomma. Il governo di Theresa May c'è, ma la maggioranza non ancora e lei, da inquilina che era a Downing Street, rischia di diventarne «prigioniera». Mark Mardell, anchorman della Bbc, sintetizza così la via crucis della premier britannica dopo la brutta sorpresa elettorale di giovedì scorso. Una doccia fredda che ha indebolito il Partito Conservatore e impone ora un riesame del programma, a cominciare dal capitolo chiave del negoziato sulla Brexit: destinato a una svolta 'soft' nelle previsioni di molti (ma non di tutti) dopo mesi di baldanzosa retorica 'hard'.

Il primo scoglio è garantirsi uno straccio di fiducia alla Camera dei Comuni, che sembrerebbe raggiunto con l'accordo con i nordinrlandesi. Ma gli ostacoli non mancano, come conferma il rinvio di «qualche giorno» del Queen'S Speech: il tradizionale discorso, fissato per lunedì 19, con cui la regina avrebbe dovuto inaugurare il Parlamento e dar lettura del programma del nuovo governo. I tempi sembrano del resto allungarsi, o farsi meno precisi, pure per l'avvio dei colloqui con Bruxelles.

Il Times vede intanto segnali d'una conversione alla «soft Brexit», mentre l'euroscettico Telegraph s'aggrappa al ripescaggio nella compagine May bis di Michael Gove come a una sorta di «puntello» per i falchi. Un ripensamento appare tuttavia in atto. Lo stesso ministro David Davis ha aperto uno spiraglio sulla necessità di trattare in prima battuta le condizioni e il conto del divorzio, come pretende l'Ue; e persino sulla piattaforma laburista che prevede 'mercato unico no, ma unione doganale sì'.

Mentre il Financial Times, a nome della City, e la leadership scozzese tentano di andare oltre, coniando l'espressione 'open Brexit' per sperare in un accesso parziale al 'common market'. I fronti immediati per lady Theresa - sempre meno lady di ferro e sempre più lady tentenna - sono comunque due. Quello interno al suo partito, diviso fra liberali e tradizionalisti, fra 'brexiteers' ideologici e pragmatici, ma unito col senno di poi nei malumori contro di lei per la scelta suicida quanto autocratica del voto anticipato. E quello degli indispensabili mini-alleati del Dup che mercanteggiano per assicurare il loro sì.

In casa Tory ieri è stato il giorno della resa dei conti con lo zoccolo duro del gruppo parlamentare, il 'comitato 1922', ossia la massa dei deputati dei banchi di dietro (backbenchers) senza incarichi governativi. Una fossa dei leoni di fronte alla quale, si è saputo, la premier ha fatto ammenda, ma cercando di mostrare un certo piglio: «Io vi ho cacciato nei guai, io ve ne tirerò fuori», pare abbia detto. Obiettivo: convincere i peones ad accantonare, per ora, le trame d'un possibile cambio in corsa di leadership. A favore di Boris Johnson o di altri.

Poi è stata la volta del faccia a faccia con la muscolare leader del Dup, ben disposta verso un accordo, ma decisa a ottenere il più possibile in cambio: dall'impatto della Brexit sui confini irlandesi ai rapporti di forza interni all'Ulster. Un terreno minato, quest'ultimo, tenuto conto del vuoto di potere a Belfast dopo la rottura della coalizione di pacificazione nazionale. Con i repubblicani cattolici del Sinn Fein che minacciano di tornare sulle barricate se a a Londra - ha ammonito Gerry Adams - nascerà un governo «non imparziale». Intanto, il Labour sta alla finestra. E Jeremy Corbyn si gode il sorpasso nei sondaggi. Se May inciampa, lui è pronto. Anche a «tornare al voto», ha detto sorridente stasera.

 

Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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