Siria, domenica scatta il cessate il fuoco: primo accordo Putin-Trump

Venerdì 7 Luglio 2017 di Anna Guaita
Siria, domenica scatta il cessate il fuoco: primo accordo Putin-Trump

NEW YORK Dopo tanta attesa e tante previsioni, in maggioranza negative, Donald Trump ha finalmente incontrato Vladimir Putin. E almeno dalle prime reazioni sembra che il presidente americano sia riuscito a tenere testa al gelido rivale, e anche a mettere in cantiere qualche successo, come il cessate il fuoco sul fronte sud-occidentale della Siria. L'incontro è durato 2 ore e 16 minuti, tanto di più della prevista mezz'ora che a un certo punto gli organizzatori hanno mandato la first lady Melania a cercare di convincere i due leader ad accelerare la conversazione, visto che Putin era già in ritardo per l'incontro con il primo ministro giapponese Shinzo Abe.

INASCOLTATA
E invece Trump e Putin hanno continuato per almeno un'altra ora a discutere, in «modo costruttivo». Ha stupito molti che Trump abbia cominciato l'incontro con il russo proprio chiedendogli conto di quel che Trump stesso finora ha solo parzialmente accettato come vero, e cioè le interferenze cibernetiche di Mosca nelle elezioni presidenziali. Secondo quanto ha riferito il ministro degli Esteri Rex Tillerson, unico altro esponente del governo Usa presente all'incontro, Donald Trump ha esordito con Putin proprio esprimendogli «la preoccupazione del popolo americano per le interferenze». Tillerson ha significativamente ripetuto che Trump è stato «vigoroso» e «robusto» nel suo insistere. Ma allo stesso tempo Putin è stato altrettanto deciso nel negare ogni interferenza, e anzi ha chiesto al collega americano di presentargli le prove dell'aggressione cibernetica.

A sentire il collega di Tillerson, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, anche lui presente, il presidente americano avrebbe a quel punto «accettato il diniego di Putin». Il guaio è che la Casa Bianca nega recisamente che ciò sia accaduto. Ed ecco spiegato perché prima dell'incontro, forse il più importante fra un presidente americano e un russo negli ultimi decenni, vari esperti americani avevano raccomandato che la delegazione Usa fosse più nutrita e che ci fosse almeno un addetto agli appunti. Invece ha sostenuto il New York Times Trump ha voluto accanto solo Tillerson. Un gruppo così ristretto Putin e il suo Lavrov, Trump e Tillerson, e due traduttori fidatissimi sarebbe servito, secondo le spiegazioni della Casa Biana, a «creare un'atmosfera più intima, necessaria perché o due leader si conoscessero». Altri, sempre alla Casa Bianca, hanno rivelato che c'era anche il timore dei soliti leak, e quindi sarebbe stato impossibile poi pilotare la narrazione dei fatti. Dinieghi o no, secondo Tillerson, fra Putin e Trump si è creata «un'ottima atmosfera». E anche se i due leader si sono trovati in disaccordo su vari punti, hanno espresso la volontà di «guardare avanti e cercare un modo per collaborare nel futuro».

IL DISACCORDO
Sulla questione delle interferenze, ad esempio, Tillerson ha riconosciuto che i due Paesi sono divisi da «divergenze irrisolvibili», ma ha detto che verrà creato un gruppo di lavoro per cercare un accordo quadro sull'impegno futuro a non interferire.

Sulla Corea, punto dolentissimo dopo che la Russia ha posto il veto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu bloccando una semplice risoluzione di condanna dopo il lancio di un missile balistico da parte del regime di PyongYang, Tillerson ha di nuovo ammesso che ci sono «differenze di vedute» fra Mosca e Washington. E tuttavia ha aggiunto: «Continueremo le discussioni e chiederemo (ai russi) di fare di più». Meglio forse sulla Siria, tema di frattura fra Usa e Russia, sulla quale i due hanno confermato l'adozione di un cessate il fuoco a partire da domenica, nella regione sud-occidentale. L'annuncio, ha detto Tillerson «prova che Usa e Russia possono lavorare insieme in Siria», soprattutto per il futuro, dopo la «sconfitta dell'Isis, quando bisognerà stabilizzare il Paese». Trump ha comunque riconfermato quel che era stato un sine-qua-non anche dell'Amministrazione Obama, e cioè che nel futuro la Siria non potrà essere guidata dal «regime di Assad, ma ci vorrà una nuova leadership». Si è parlato anche di Ucraina, ma non sappiamo se Trump abbia o no promesso di rivedere le sanzioni imposte dal suo predecessore dopo l'invasione del Paese da parte di Putin. Sappiamo però che il presidente russo ha preso atto del fatto che Trump gli ha presentato il nome di un inviato speciale per l'Ucraina, l'ex ambasciatore alla Nato Kurt Volker, e ha espresso la speranza di «vederlo presto a Mosca».

Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci