Terrorismo, Fbi discrimina agenti stranieri: teme diventino spie

Lunedì 5 Gennaio 2015
Terrorismo, Fbi discrimina agenti stranieri: teme diventino spie
Sorveglianza stretta e ridotto accesso a informazioni riservate solo perchè sono nati all'estero o perchè hanno parenti e amici che non vivono negli Stati Uniti. L'Fbi finisce nel mirino dei suoi stessi agenti «stranieri» che la criticano accusandola di discriminarli per le stesse «qualità e doti» per le quali sono stati assunti, anche con incarichi antiterrorismo. Gli agenti «non americani» dell'agenzia federale vengono sottoposti a un programma di sorveglianza più rigido e a controlli più frequenti dopo gli attentati del settembre 2001, in base a un programma elaborato per evitare infiltrazioni di spie. Un programma che, secondo i critici, limita la carriera degli agenti «stranieri» ai quali viene comunicato l'inserimento nel programma ma senza spiegazioni nè possibilità di replica.



L'Fbi respinge le critiche. «Cerchiamo di tutelare le informazioni sensibili e secretate - afferma il portavoce Michael Kortan - tenendo in considerazione il possibile impatto sul dipendente. L'inserimento nel programma non ha effetto sulle promozioni e i fattori che contribuiscono alla valutazione del rischio sono periodicamente rivisti».



Il programma 'Post-Adjudication Risk Management' è diretto a linguisti, agenti e personale dell'Fbi che parlano altre lingue, conoscono altre culture e hanno legami all'estero. «Questo programma andava bene per i nuovi assunti dopo il settembre 2001, ma usarlo ora contro gli attuali dipendenti, alcuni con 10-15 anni di esperienza e che si sono guadagnati la fiducia dell'agenzia, è inaccettabile» afferma Gamal Abdel-Hafiz, agente nato in Egitto, entrato nell'Fbi nel 1994 come linguista e inserito nel programma nel 2012 senza alcun avvertimento.



«Essere nel programma vuol dire avere una carriera difficile.
Si può essere anche un super-agente ma se si è nel programma si è nel programma» mette in evidenza Bobby Devadoss, legale di Abdel-Hafiz e di altri agenti dell'Fbi sotto osservazione perchè stranieri. L'inserimento nel programma non è legata alla capacità e al comportamento, ma a non ben identificati rischi per la sicurezza. Gli agenti «stranieri» che ne fanno parte lamentano di non aver la possibilità di fare ricorsi legali, visto che a quelli che hanno cercato di farlo nei tribunali è stato negato adducendo la sicurezza nazionale.
Ultimo aggiornamento: 16:09

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