Il sito della Presidenza della Russia
smentisce i dati di Putin

Mercoledì 7 Maggio 2014 di Anna Guaita
Il sito della Presidenza della Russia smentisce i dati di Putin
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NEW YORK – La Crimea passata alla Russia con un referendum lo scorso 16 marzo.

Secondo i risultati resi noti dalla Russia, l’83,1 per cento degli aventi diritto era andato alle urne, e di questi il 97 per cento aveva detto sì all’annessione. Ma un documento russo proverebbe che i risultati sono stati drasticamente diversi. Secondo un rapporto comparso brevemente sullo stesso sito della Presidenza della Repubblica Russa, i dati sono questi: a votare sarebbero stati solo il 30-50 per cento della popolazione, e a scegliere l’annessione è stata una percentuale fra il 50 e il 60 per cento di costoro. In altre parole: a votare sì alla proposta di unirsi alla Russia sarebbe stata solo una percentuale della popolazione della Crimea compresa fra un minimo del 15 per cento e un massimo del 30 per cento. Si tratta come si vede di cifre ben lontane da quelle plebiscitarie comunicate da Mosca il giorno dopo il voto.



Questi numeri compaiono in un rapporto preparato dalla “Consiglio del Presidente della Russia per la Società Civile e per i Diritti Umani”. I dati sono comparsi brevemente nella giornata di lunedì sul sito ufficiale in lingua inglese della Presidenza russa.

Ci sono rimasti poco, ma alcuni media ucraini e americani, ad esempio la rivista Forbes, hanno fatto in tempo a vederli e a registrarli. E comunque il documento rimane nel sito, anche se solo in lingua russa. Forbes ne ha riportato anche alcuni brani in russo per provarne la veridicità.



Circa due settimane dopo il voto in Crimea, l’inviato Onu per i diritti umani, Ivan Simonovic, presentò un rapporto in cui si sosteneva che la Russia aveva “attivamente represso ogni possibilità di dissenso nel voto del referendum”. Oggi al Dipartimento di Stato, la portavoce Jen Psaki ha notato come le richieste di referendum da parte di gruppi pro-russi nella zona est dell’Ucraina “è una ripetizione della sceneggiatura già vista in Crimea”. La vicesegretaria di Stato per l’Europa, Victoria Nuland, teme che la manovra sia mirata a far fallire le elezioni presidenziali ucraine del 25 maggio, che dovrebbero ridare piena legittimità al governo di Kiev. Data l’alta tensione e gli ultimi fatti cruenti nella regione orientale, la signora Nuland teme però che buona parte della popolazione lì non potrà andare al voto. Le presidenziali ucraine saranno seguite da migliaia di osservatori internazionali: almeno mille saranno messi a disposizione dall’Osce, mentre gli Usa ne offrono altri tre mila. “Saranno le elezioni europee più controllate da tantissimo tempo” ha detto la signora.



Il referendum in Crimea invece si era svolto senza controlli internazionali. Tuttavia, lo stesso Consiglio per i diritti civili del presidente Vladimir Putin ha ora offerto la sua stima del voto, e ha ammesso che solo una piccola minoranza degli abitanti della Crimea ha scelto di diventare russa. Il consiglio, va notato, ha solo un ruolo di consulenza, e ha spesso assunto posizioni critiche nei confronti di Vladimir Putin. Da tempo si esprime con molta determinazione contro l’ipotesi di una invasione dell’Ucraina.
Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:30

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