L'Onu: nuove misure contro la Nord Corea. Washington non esclude azioni militari

Giovedì 9 Marzo 2017 di Flavio Pompetti
L'Onu: nuove misure contro la Nord Corea. Washington non esclude azioni militari

Fermare i due treni in corsa, in rotta di collisione l'uno contro l'altro. La Cina si è proposta ieri nell'inedito ruolo di negoziatore dell'ennesima crisi tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti, provocata dagli esperimenti militari condotti dal regime di Pyongyang. Lo ha fatto per mezzo del suo ministro degli Esteri Wang Yi, che al margine dei lavori dell'adunata plenaria del Congresso nazionale del popolo ha chiesto ai giornalisti in una conferenza stampa se «le parti sono davvero disposte allo scontro frontale».

SEMAFORO ROSSO
La Cina, secondo il diplomatico di Pechino, è «pronta a far partire il semaforo rosso, attivare gli scambi, e far entrare in funzione i freni per evitare la collisione». La tensione è alta dopo il lancio nordcoreano lo scorso lunedì di quattro missili balistici di medio raggio, tutti indirizzati alla volta del Giappone, tre dei quali sono caduti dopo un viaggio di 1000 km. all'interno della fascia marina di interesse economico, che si estende 200 km dalle coste giapponesi. La manovra militare era a sua volta una risposta irritata del regime di Pyongyang alle esercitazioni congiunte in atto tra gli Usa e la Corea del Sud.

Nelle discussioni parlamentari a Tokio che hanno fatto seguito alla provocazione, si è sentita per la prima volta la minaccia di un'eventuale ripresa bellica, dopo una tregua che dura da 66 anni. «Se dei bombardieri o una nave da guerra stranieri ci attaccassero, noi risponderemmo - ha detto l'ex ministro per la Difesa Itsunori Onodera - Rispondere ad un paese che ci invia i suoi missili non è un'ipotesi diversa dalle prime».

LO SCENARIO
«Non possiamo prendere la situazione alla leggera. Tutte le opzioni sono sul tavolo» ha incalzato l'ambasciatrice statunitense all'Onu Nikki Haley, che ha difeso il diritto del suo paese di continuare a consegnare l'armamento difensivo Thhad al governo di Seul, dato il continuo stato di emergenza che ha fatto seguito ai 26 lanci effettuati da Pyongyang nel 2016. Lo stesso consiglio di Sicurezza ha espresso la sua preoccupazione, e l'augurio che tutti i paesi membri siano coesi per «rafforzare le azioni» che saranno adottate.

La Cina chiede alla Corea del Nord l'arresto immediato dei lanci, e contemporaneamente agli Usa di interrompere le esercitazioni militari a sud del confine. Allo stesso tempo, assicura che i rapporti con il paese alleato sono altrettanto stretti quanto «le labbra con i denti», come dice un vecchio detto di Mao. Lo sviluppo della crisi si chiarirà la prossima settimana, con il viaggio che porterà il segretario di Stato Usa Rex Tillerson mercoledì a Tokio, e poi venerdì a Seul, prima di chiudere la visita domenica a Pechino.

Nel frattempo e a scanso di intoppi, una dozzina di bombardieri americani F 35 B sono stati diretti in una base giapponese, 60 km a sudovest di Hiroshima, pronti ad ogni evenienza.

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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