Canada, rapiscono coppia di senzatetto e si impossessano del loro bambino: una schiavitù lunga 25 anni

Domenica 29 Ottobre 2017 di Federica Macagnone
Canada, rapiscono coppia di senzatetto e si impossessano del loro bambino: una schiavitù lunga 25 anni
Un storia di violenza, soprusi, inganni venuti a galla solo grazie al coraggio di un ragazzo che ha scoperto che tutta la sua intera esistenza era stataun'enorme bugia. Quelli che per anni ha considerato essere i suoi genitori, in realtà erano soltanto gli “schiavisti” delle due persone che lo avevano messo al mondo. Quell'uomo e quella donna che ha visto vivere in cattività per anni, costretti a subire abusi e violenze erano i suoi genitori: con loro ha condiviso a lungo lo stesso tetto senza sapere la verità. Fino al giorno in cui ha deciso di ribellarsi e portare alla luce questa storia che adesso è finita sul tavolo dei giudici di un tribunale dell'Ontario, che dovranno stabilire la pena per Gary Willett Sr. e sua moglie, Maria: sono accusati di aver tenuto in prigionia due persone, di violenze, abusi e rapimento di un bambino al di sotto dei 14 anni. La coppia si è dichiarata non colpevole, ma adesso la parola spetta ai giudici.

La storia di abusi era iniziata alla fine degli anni '80, quando i Willett avevano offerto ospitalità a Tim Goldrick e alla sua compagna, Barbara Bennett, due senzatetto: li avevano trovati mentre rovistavano in un cestino dell'immondizia nel centro di Toronto e avevano offerto loro del cibo e il loro seminterrato dove poter stare. Per mesi li hanno aiutati fino alla nascita del primo figlio dei Goldrick: quando il 2 settembre 1989 Barbara diede alla luce il bambino, i Willett firmarono i documenti come se fossero i genitori e da quel momento Gary Willett Jr. divenne di fatto il terzo dei loro figli, dopo averne adottati due in precedenza.

Nei mesi successivi le coppie si trasferirono in una casa di North York e, da quel momento, i rapporti precipitarono: Barbara veniva costretta a pulire l'appartamento e, quando i Willett non erano soddisfatti, la colpivano violentemente. Gary Jr. ha raccontato di ricordare che Tim era una sorta di schiavo al servizio della famiglia. Nel 1993, Barbara venne abusata sessualmente dal fratello di Gary Sr. E la donna, dopo aver dato alla luce la piccola Billie-Jean, con l'aiuto di sua madre riuscì a scappare con la bimba da quell'orrore, lasciando in quella “prigione” il figlio e il marito.

Dopo che Barbara e Billie-Jean riuscirono a fuggire, i Willett cambiarono nuovamente casa: lì installarono sette telecamere per impedire a Tim di fuggire e lo confinarono in un seminterrato angusto dove dormiva su un materasso a terra. Soggiogato, costretto a mangiare cibo per cani, picchiato nel sonno e con il terrore di scappare, Tim ha vissuto anni in quello stato, senza poter accedere nemmeno alla sua pensione di invalidità che finiva direttamente nelle tasche dei Willett. «Mi minacciavano - ha raccontato in tribunale - Dicevano che, se avessi provato a lasciare la casa, mi avrebbero messo in un ospedale psichiatrico. Ci credevo e non me ne sono mai andato». Fino a quando un giorno Gary Jr. non è scappato da casa e ha cercato di ricostruire i tasselli della sua vita: attraverso i racconti di alcuni parenti ha capito che non era figlio dei Willett e che i suoi genitori erano Barbara e Tim. A quel punto aveva un solo obiettivo: aiutare il suo vero padre a uscire dall'incubo.

Avvicinatosi alla casa degli orrori, ha intercettato Tim e gli ha parlato: «Gli ho detto che se voleva una vita migliore, doveva venire con me. Ha iniziato a tremare per la paura di quello che poteva accadergli, ma l'ho convinto». Gary Jr si è messo anche in contatto con la madre Barbara e la sorella, che nemmeno sapeva della sua esistenza. Adesso è un uomo di 28 anni che vive con il padre Tim a Etobicoke. «Non parlo più con mia madre Barbara - ha raccontato - non ha mai dato risposte alle mie domande. Come si fa a lasciare un figlio in mano a delle persone così? Non mi ha mai cercato».
Nel frattempo, Tim dice di essere felice, di aver trovato un lavoro e di vivere una vita normale. «Adesso posso uscire e guadagnarmi uno stipendio. Mi fa sentire bene sapere che posso fare cose come queste in totale libertà. Nonostante questo, però, prendo ancora pillole per superare quei 25 anni da incubo».
Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 15:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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