Jair Bolsonaro ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile, avvicindandosi al 50% dei voti e staccando Fernando Haddad per più di 20 punti.
La fortuna elettorale di Bolsonaro ha contagiato anche altri candidati legislatori o governatori che gli hanno assicurato il loro appoggio. Come per esempio Romeu Zena, del Partido Novo, che con il 41% dei voti ha creato la sorpresa nella corsa per la poltrona di governatore di Minas Gerais, eliminando dal ballottaggio il governatore uscente del Partito dei Lavoratori, Fernando Pimental (22%). I primi risultati confermano anche altre tendenze rivelate da sondaggi precedenti: Ciro Gomes (centrosinistra) è rimasto bloccato al 12% e gli altri candidati principali, come Geraldo Alckmin (centrodestra) e Marina Silva (ambientalista) sono crollati al di sotto del 10%.
Risultato a sorpresa anche a Rio de Janeiro, dove Wilson Witzel - ex magistrato del Partito Social Cristiano (Psc) che appoggia Bolsonaro a livello nazionale - è in testa nell'elezione per l'incarico di governatore con poco meno del 40% dei voti, quando fino a ieri i sondaggi lo davano al quarto posto, con appena il 12%.
Il Pt resiste però nel suo tradizionale feudo del Nordest del Brasile: nei nove stati che riuniscono alcune delle regioni più povere del paese, Haddad è in testa con risultati che raggiungono anche il 60%, e i candidati del Pt e dei partiti alleati vedono assicurate le loro poltrone di governatori.
Sono tre i dirigenti nazionali del Partito dei Lavoratori sconfitti nelle elezioni per il Senato. Il caso più clamoroso è quello dell'ex presidente Dilma Roussef, candidata per uno dei due seggi della Camera alta in gioco nello stato di Minas Gerais e figurava come favorita nei sondaggi: alla fine è arrivata quarta, con poco più del 14% dei voti, e rimane fuori dalla gara. A San Paolo, d'altra parte, Eduardo Suplicy - anche lui dato in testa dai sondaggi - si è fermato al 13,32% e non ce la fa ad arrivare alla camera alta, travolto dal «bolsonarista» Major Olimpio (25,79%) e Mara Gabrielle (centrodestra) che si è assicurata il secondo seggio in gioco nello stato con il 18,36%. A Rio de Janeiro, poi, Lindbergh Farias - uno dei dirigenti del Pt considerati più vicini a Lula da Silva - ha ottenuto solo il 12% dei voti, ed è battuto facilmente da Flavio Bolsonaro - figlio del candidato alla presidenza - che è arrivato al primo posto, con il 28% dei voti.
Anche in #Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova! #goBolsonarogo #Bolsonaro @jairbolsonaro #BrasilDecide pic.twitter.com/CH781SpnMF
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 8 ottobre 2018
«Anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova! #goBolsonarogo». Lo scrive su Twitter il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini. «In Brasile Bolsonaro ha raccolto tantissimi voti, il vento sta cambiando ovunque. Non capisco alcuni giornalisti italiani che danno del "razzista-nazista-xenofobo" a chiunque solo perché chiede più ordine e sicurezza per i cittadini», ha poi dichiarato Salvini a Nonstopnews su Rtl102.5.