Bambine con in braccio neonati kamikaze, il nuovo orrore di Boko Haram

Martedì 22 Agosto 2017 di Anna Guaita
Bambine con in braccio neonati kamikaze, il nuovo orrore di Boko Haram
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NEW YORK – Una ragazzina che cammina portando in braccio un neonato. Chi può avere paura di una simile scena? Eppure è una delle scene più feroci che si possano immaginare: la bambina porta un neonato che in realtà è una bomba vivente. Glielo hanno fasciato intorno al corpo. Non può deporlo. Deve continuare a camminare, sapendo che tra poco esploderà insieme al piccolo.

Solo l’efferato fanatismo di Boko Haram arriva a tanto, a «usare bambini come bombe».

La denuncia arriva dalle Nazioni Unite, che hanno espresso «estremo allarme» per il fatto che il gruppo terrorista islamico in Nigeria stia accelerando lo sfruttamento delle bambine e dei bambini a tutti i livelli, anche i più brutali. Non solo i miliziani rapiscono le bambine per trasformarle in schiave sessuali, non solo giustiziano i bambini che osano andare a scuola, ma li usano come bombe umane nei loro attentati. Nel 2017 ne hanno uccisi 83 così, di cui 55 bambine sotto i 15 anni e 23 bambini. Quattro volte più che nel 2016.

Secondo il “Global Terrorism Index” Boko Haram è il più spietato e sanguinario fra tutti i gruppi terroristi del mondo. Opera nel nord est della Nigeria, lo stato più popoloso dell’Africa. Da quando ha cominciato la sua rivolta, nel 2009, ha ucciso più di 20 mila persone e costretto alla fuga oltre due milioni di abitanti della regione nord-est del Paese.


Come l’Isis, a cui si è affiliato dopo un’iniziale alleanza con al-Qaeda, vuole instaurare un Califfato che si ispiri a una lettura fanaticamente estremista della religione islamica. Spesso la sua violenza più cieca e sadica è proprio rivolta contro gli islamici stessi, i moderati, che giudica traditori irrecuperabili.

 
Il gruppo opera da anni, ma una buona parte del mondo ne ha scoperto l’esistenza solo nel 2014, quando calò nella scuola pubblica statale a Chibok, e rapì 276 ragazze che erano nella scuola per gli esami di diploma liceale.

Di queste ragazze, 103 sono state liberate, ma di altre 113 non si hanno tracce. Intanto i miliziani continuano a rapire ragazze, e a intimidire le famiglie, vietando loro di farle studiare: le donne, per loro, non devono essere e istruite, ma devono solo servire gli uomini.

E’ straordinariamente crudele che queste ragazze spesso debbano avere paura di tornare nelle loro case. Il pregiudizio – spesso delle loro stesse famiglie – le bolla per sempre come contaminate, poiché è noto che i miliziani le hanno usate come schiave sessuali e hanno fatto loro il lavaggio del cervello. E ora si aggiunge questo nuovo raccapricciante sviluppo, il fatto che Boko Haram ne usi alcune come bombe umane, uno sviluppo che raddoppia il pregiudizio della gente quando le più fortunate riescono tornare: «La gente prova sospetto e paura – spiega Marixie Mercado, portavoce dell’United Nations Chidren’s Fund (Unicef) -. Quando questi bambini vengono salvati, o riescono a fuggire, devono affrontare il rigetto quando tentano di essere reintegrati nelle loro comunità».

Le Nazioni Unite hanno lanciato vari programmi in Nigeria, proprio per favorire la tolleranza verso le povere vittime di Boko Haram. Finora l’Unicef ha dato aiuto a 3mila bambini e bambine e 1200 donne martoriate dai terroristi.


                                                                                                                                                                                            
Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 19:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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