Ue, uno sconto sul bilancio se l'Italia fa scendere il debito

Giovedì 13 Luglio 2017
Ue, uno sconto sul bilancio se l'Italia fa scendere il debito
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È la conferma della scelta della flessibilità. Ma a condizione che l'Italia acceleri la riduzione della spesa pubblica, faccia calare il deficit/pil, garantisca il rispetto della regola del debito. Ecco in sintesi le indicazioni della lettera della coppia Dombrovskis-Moscovici al ministro del Tesoro Padoan, lettera che non contiene cifre, ma mostra qual è il sentiero lungo il quale può correre il negoziato Roma-Bruxelles sulla legge di bilancio 2018. La strada resta in salita, ma le condizioni per uno sconto rispetto alle prescrizioni teoriche indicate dalle regole Ue ci sono. Quanto è tutto da trattare. Potrebbe infatti non essere sufficiente il taglio strutturale del bilancio dello 0,3% del pil (poco più di 5 miliardi) che vuole il governo. Ma non sarà certo il doppio indicato dalla matrice con la quale vengono calcolati gli aggiustamento di bilancio.

Il governo considera le indicazioni Ue un successo. Questo il commento del premier Gentiloni: «Padoan ha detto: ragazzi è una buona notizia e io sono d'accordo, sono fiducioso che l'Italia ottenga ragione sul fatto che si rispettano le regole in un percorso che incoraggia la crescita e non la deprima, la risposta della Commissione ci conforterà in questa linea, quella di un Paese che rispetta le regole, ottiene dei risultati». Per il Tesoro la risposta della Commissione «conferma alcune importanti novità nell'approccio alla governance economica ribadendo che le economie in uscita dalla recessione devono bilanciare la duplice esigenza di sostenere la ripresa e proseguire nel percorso di aggiustamento dei conti pubblici».

 
La lettera indica che per valutare la legge di bilancio 2018, la Ue si fonderà innanzitutto sul parametro della spesa pubblica. Scrivono Dombrovskis e Moscovici: «Il governo italiano deve assicurare un miglioramento adeguato della spesa netta primaria». Tradotto: secondo le stime Ue dovrebbe assicurare nel 2018 un tasso di riduzione della spesa netta primaria di almeno lo 0,2% del pil (che corrisponde a un aggiustamento annuale di almeno lo 0,6% del pil). Attualmente, sempre secondo la Ue, l'Italia è molto distante da questo parametro.
Nel caso in cui ci fosse una deviazione dal percorso di consolidamento (che sarà il caso dell'Italia nel 2018 dato l'annuncio di limitare allo 0,3% del pil la correzione strutturale del bilancio e Bruxelles stima un peggioramento dello 0,3%), la lettera indica che «la Commissione eserciterà il proprio grado di discrezionalità quando dovrà stabilire l'esistenza di una deviazione significativa», tenendo conto di due obiettivi: sostegno alla crescita e necessità di assicurare la stabilità di bilancio. Per calcolare la misura del consolidamento sarà usata la matrice concordata tra i governi (da tempo contestata dall'Italia e da altri paesi), ma la Commissione «considererà anche altri indicatori di debolezza dell'economia, la vulnerabilità di mercato a breve termine, le sfide di sostenibilità a medio termine, incluse le prospettive per la riduzione del debito». Ecco il punto che il Tesoro considera un effettivo successo. Il giudizio finale avverrà sulla base di una «valutazione qualitativa»: ecco la riaffermazione della svolta flessibilista. «La Commissione può in alcuni casi considerare adeguato un aggiustamento fiscale un po' inferiore al requisito previsto dalla matrice». In pratica inferiore allo 0,6% di correzione strutturale del bilancio nel caso dell'Italia.
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Ultimo aggiornamento: 15:15

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