Sigarette elettroniche, stop alle vendite on line

Venerdì 17 Novembre 2017 di Andrea Bassi
Sigarette elettroniche, stop alle vendite on line
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Mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, difende i conti italiani dagli attacchi arrivati dai “falchi” della Commissione europea, il decreto fiscale del governo ha compiuto il suo primo giro di boa al Senato. Parlando all’assemblea degl industriali a Salerno, Padoan ha ricordato come lo stato delle finanze pubbliche stia migliorando. Per questo, ha detto il ministro, «la confusione tra fatti e illazioni sta diventando insopportabile». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alle parole che aveva pronunciato qualche giorno fa il vice presidente della Commissione, il finlandese Jyrki Katainen, che aveva auspicato una «operazione verità» sui conti di Roma. Padoan ha sottolineato che l’Italia non «vuole nascondere nulla» e si è definito un ministro «stranamente ottimista» riferendosi alla ripresa economica in atto. Se a Salerno il ministro ha difeso i conti italiani, a Roma, il Senato ha approvato con 148 sì, in prima lettura, il decreto fiscale che accompagna la manovra di bilancio. 

GLI ULTIMI RITOCCHI
La novità dell’ultima ora è una norma che vieta la vendita on line delle ricariche. L’emendamento approvato in commissione Bilancio prevede per le sigarette elettroniche la vendita solo nelle tabaccherie e nelle rivendite autorizzate. La misura, spiega la senatrice Simona Vicari che ha presentato la norma, ha un doppio scopo: quello di combattere un mercato che anche la relazione tecnica stima per il «50% illegale», recuperando quindi l’evasione fiscale, e quello di garantire gli adeguati controlli sul fronte sanitario dei liquidi venduti. La vicenda delle e-Cig ormai si trascina da anni. Dal 2015 c’è una imposta al consumo di 0,393 euro al millilitro per i liquidi da inalazione, contenenti o meno nicotina, dal quale ci si aspettava a regime 115 milioni l’anno. Ma per i prezzi più bassi praticati negli altri paesi e a causa di un lungo contenzioso, lo Stato nel 2017 incasserà un importo pari a circa 4 milioni. Alcune aziende hanno applicato l’imposta esclusivamente alla quantità di nicotina presente, di fatto pagando 1/10 dell’imposta dovuta.

Due giorni fa è intervenuta una sentenza della Corte Costituzionale che, invece, ha stabilito che la tassa va applicata su tutto il contenuto. Sul tema ieri, è intervenuta anche l’Anafe, l’associazione confinudstriale dei produttori. «Siamo un presidio di legalità e correttezza nel settore del fumo elettronico», ha detto il presidente Massimiliano Mancini, «siamo pronti», ha aggiunto, «a confrontarci con le istituzioni per trovare un necessario punto d’equilibrio». Nel decreto fiscale sono state confermate tutte le altre norme: dall’allargamento della rottamazione delle cartelle, che porterà altri 200 milioni circa, al rientro dei cervelli (ne sono già tornati 5.800), fino allo stop alle bollette a 28 giorni. 

LA TAGLIOLA
Sempre al Senato, intanto, sono iniziati i lavori sulla legge di Bilancio. La tagliola delle inammissibilità ha già colpito tutti gli emendamenti anti-flixbus. Il Tesoro, invece, vorrebbe provare a riproporre la riforma delle Agenzie fiscali già presentata, e poi ritirata, al decreto fiscale. Oggi ci sarà un incontro tra il governo e i sindacati che chiedono più risorse anche per le progressioni di carriere. Il governo ha legato i fondi alla riforma delle Agenzie. Ma tra Tesoro e Palazzo Chigi ci sarebbero ancora distanze sulla stabilizzazione dei dirigenti illegittimi e sulla durata degli incarichi dei vertici dell’Agenzia. Chi si oppone fortemente alla riforma, è anche l’ex vice ministro dell’Economia, e segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, che è pronto a presentare un emendamento con le coperture necessarie a garantire le risorse per il personale, ma eliminando tutti gli altri pezzi della riforma proposta dal Tesoro. 

 

Ultimo aggiornamento: 18:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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