«L'azione di politica economica, del governo ha permesso all'Italia di uscire dalla crisi recuperando circa la metà del prodotto perso a partire dal 2008, ricreando circa un milione di nuovi posti di lavoro, dando impulso a una ripresa degli investimenti privati di oltre il 10%, a una riduzione dei crediti deteriorati di circa il 30% in due anni».
È quanto si legge nel bilancio di fine mandato del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Si tratta, spiega nel lungo documento pubblicato sul sito del Mef, di risultati raggiunti «mentre la gestione delle finanze pubbliche consentiva di stabilizzare prima e poi invertire l'evoluzione del rapporto debito/PIL, cresciuto ininterrottamente di trenta punti nei sette anni precedenti». Il documento illustra come la politica di bilancio si sia mossa lungo quel sentiero stretto che è riuscito a conciliare l'obiettivo di fornire sostegno alla crescita e all'occupazione con quello di perseguire il consolidamento delle finanze pubbliche, facendo segnare le prime riduzioni del debito sia nel 2015 che nel 2017. In prospettiva, si legge, la prosecuzione del percorso di riduzione del disavanzo si associa all'accelerazione della diminuzione del rapporto debito/PIL, che si porterebbe al 122 per cento nel 2021.
L'approccio cosiddetto del sentiero stretto è basato sulla definizione ottimale del ritmo dell'aggiustamento e della composizione del bilancio, calibrati per favorire il ritorno a una crescita sostenuta, intorno all'1,5%, e sostenibile, in quanto ottenuta in concomitanza di un progressivo miglioramento delle finanze pubbliche.
Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 18:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA È quanto si legge nel bilancio di fine mandato del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Si tratta, spiega nel lungo documento pubblicato sul sito del Mef, di risultati raggiunti «mentre la gestione delle finanze pubbliche consentiva di stabilizzare prima e poi invertire l'evoluzione del rapporto debito/PIL, cresciuto ininterrottamente di trenta punti nei sette anni precedenti». Il documento illustra come la politica di bilancio si sia mossa lungo quel sentiero stretto che è riuscito a conciliare l'obiettivo di fornire sostegno alla crescita e all'occupazione con quello di perseguire il consolidamento delle finanze pubbliche, facendo segnare le prime riduzioni del debito sia nel 2015 che nel 2017. In prospettiva, si legge, la prosecuzione del percorso di riduzione del disavanzo si associa all'accelerazione della diminuzione del rapporto debito/PIL, che si porterebbe al 122 per cento nel 2021.
L'approccio cosiddetto del sentiero stretto è basato sulla definizione ottimale del ritmo dell'aggiustamento e della composizione del bilancio, calibrati per favorire il ritorno a una crescita sostenuta, intorno all'1,5%, e sostenibile, in quanto ottenuta in concomitanza di un progressivo miglioramento delle finanze pubbliche.
Il documento descrive - tra l'altro - le specifiche misure adottate a sostegno dell'occupazione e della crescita economica, gli interventi per favorire l'afflusso di finanziamenti alle imprese, le politiche per l'inclusione sociale, la riforma del rapporto tra fisco e contribuenti.