Pensioni, due miliardi per aumenti alle minime e uscite anticipate

Sabato 30 Luglio 2016 di Andrea Bassi
Pensioni, due miliardi per aumenti alle minime e uscite anticipate
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L'anticipo pensionistico, ossia la possibilità di lasciare il lavoro tre anni prima ricorrendo ad un prestito bancario, sarà la priorità. Ma tra governo e sindacati sarebbe stato raggiunto l'accordo politico anche su altre quattro misure in campo previdenziale: la cosiddetta quattordicesima per le pensioni più basse, una soluzione per i lavori usuranti, per i precoci e, infine, la possibilità di ricongiungere gratuitamente i periodi lavorativi che ricadono sotto gestioni previdenziali diverse.

Il tema è quello delle risorse. Ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, che ha partecipato al vertice con Cgil, Cisl e Uil insieme al ministro del lavoro Giuliano Poletti, ha spiegato che i fondi che il governo metterà nella manovra sul capitolo «previdenziale» saranno consistenti. Quanto consistenti non lo ha detto, ma secondo le prime simulazioni in corso al ministero dell'Economia, il governo potrebbe arrivare a mettere sul piatto circa 2 miliardi di euro. I provvedimenti allo studio verranno limati in un incontro tecnico già programmato con i sindacati per il prossimo 6 settembre. L'accordo politico definitivo, invece, dovrebbe arrivare nell'appuntamento fissato per il 12 settembre.

Alcune questioni sono già praticamente definite. A cominciare proprio dall'Ape, l'anticipo pensionistico attraverso il quale il lavoratore potrà anticipare l'uscita dal lavoro di tre anni, quindi a 63 anni e 7 mesi contro gli attuali 66 anni e 7 mesi.

IL MECCANISMO
Il meccanismo prevede l'accensione di un prestito bancario erogato però direttamente dall'Inps. Il lavoratore che vuole anticipare la pensione, potrà scegliere di farsi pagare fino al 95% dell'importo che avrebbe maturato con i requisiti ordinari. Sul prestito saranno pagati degli interessi, che saranno parzialmente o totalmente a carico dello Stato (attraverso il sistema delle detrazioni fiscali) a seconda della situazione del pensionando (disoccupati, lavoratori interessati da processi di ristrutturazione aziendale o chi decide volontariamente l'anticipo). Il prestito andrà restituito su un periodo lungo 20 anni e la rata sarà trattenuta direttamente sulla futura pensione. Questo comporterebbe un taglio in media tra l'1% e il 5% , sempre a seconda del caso individuale del pensionando.

Il vero nodo ancora da sciogliere è quello che riguarda invece le quattordicesime. Sul tavolo ci sono ancora diverse ipotesi. La prima è aumentare l'importo dell'assegno a chi già lo incassa (dai 750 di oggi a 1000 euro circa). La seconda è ampliare la platea dei beneficiari comprendendo assegni fino a 1.250 euro. Ma c'è anche un'altra possibilità, ossia quella di aumentare la no tax area. Positivo il commento dei sindacati sull'incontro di ieri. «Apprezziamo le affermazioni del governo circa l'intenzione di proporre nella legge di bilancio un rilevante intervento economico», ha annotato il leader Cgil Susanna Camusso. «Incontro importante e positivo», ha commentato anche il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan.

 
Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 10:34