Oxfam, in Italia una persona su quattro a rischio povertà: 4,6 milioni sono indigenti assoluti

Sabato 6 Maggio 2017
Oxfam, in Italia una persona su quattro a rischio povertà: 4,6 milioni sono indigenti assoluti
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Oltre 1 persona su 4 in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. Si tratta di 17 milioni e mezzo di concittadini che vivono in una condizione di estrema precarietà e vulnerabilità. In un Paese sempre più in affanno, i poveri assoluti sono diventati 4,6 milioni: vuol dire che 1 su 13 non ha cibo a sufficienza o una casa decentemente riscaldata, o di che vestirsi, né mezzi per curarsi, informarsi, istruirsi. E a patire sono soprattutto i minori: 1 su 10, un dato quasi triplicato rispetto a 10 anni fa . È il quadro che emerge dall'analisi «Italiani povera gente» di Oxfam, un movimento nato in Gran Bretagna 70 anni fa per combattere la povertà e che ora sta inaugurando nelle periferie di Torino, Firenze, Arezzo e Catania community center per offrire aiuto a chi si trova in condizioni di fragilità economica e sociale. Dal 5 al 15 maggio è possibile sostenerli con un sms o chiamata da telefono fisso al 45528.

«Oxfam combatte da oltre 70 anni la povertà in molte parti del mondo e ora è pronta a farlo in Italia, dove un numero sempre maggiore di famiglie si trova in condizioni di crescente disagio - dice Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia - Metà delle famiglie nel nostro paese fatica ad arrivare alla fine del mese e 1/3 di esse non riesce a far fronte a normali spese mediche. Ci impegneremo per sostenere chi non ha più i mezzi per condurre una vita dignitosa e chi rischia di ritrovarsi senza domani».

Sono soprattutto le famiglie numerose in condizioni di povertà assoluta. Peggiorano soprattutto le condizioni delle famiglie con 4 componenti, per cui l'incidenza della povertà assoluta è salita al 9,5%, e quelle dai 5 in su raggiungono il picco del 17,2%. «Una situazione che rischia di aggravarsi se - avverte Oxfam- allo stesso tempo non si interviene con politiche volte a contrastare l'allarmante disuguaglianza economica che caratterizza anche il nostro Paese»: nel 2016, l'1% più ricco era in possesso del 25% della ricchezza nazionale netta, 415 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali; mentre la sperequazione di reddito fa rilevare come, nell'arco di tempo 1988-2011, il 10% più abbiente della popolazione abbia beneficiato di un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani. A leggere il dato, capovolgendo la piramide, si scopre che il 10% più povero dei nostri connazionali ha goduto di un risicato 1% di incremento, corrispondente ad appena 3,7 euro pro-capite all'anno (PPP 2005), a fronte di un incremento annuo di circa 365 euro del 10% più ricco.

In Italia, i profili del disagio sono differenziati sul territorio. In media, l'incidenza della povertà assoluta è più alta nelle aree metropolitane, dove nel 2015 si registra un aumento, rispetto all'anno precedente, con un'incidenza media in tutto il Paese del 7,2%. Il Sud Italia conferma sacche di povertà assoluta maggiori, sebbene non vadano trascurate anche le periferie delle grandi città del Nord e del Centro Italia. «Combattere la disuguaglianza di opportunità e dare migliore accesso a servizi educativi, sanitari, sociali è cruciale per sconfiggere la povertà: possiamo farlo e dobbiamo farlo presto per uscire dalle situazioni di nuove povertà' in casa nostra», dice ancora Iachino, spiegando che i Community center «sono centri di ascolto, rilevamento dei bisogni, orientamento e supporto a tutte quelle persone non ancora prese in carico dai servizi istituzionali, la cui situazione, senza un aiuto, è destinata ad aggravarsi».


 
Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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