Dongfeng, la casa automobilistica cinese guarda all’Italia: contatti per produrre almeno 100 mila veicoli all'anno

L’obiettivo del ministro Urso è aumentare la concorrenza e spingere Stellantis a fare di più

Giovedì 18 Aprile 2024 di Umberto Mancini
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La casa automobilista cinese Dongfeng è uno degli interlocutori del governo per stabilire un impianto produttivo in Italia.

Lo ha confermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che, ormai da mesi, sta sondando il mercato, per aumentare il numero di auto prodotte in Italia. «C'è una interlocuzione con diverse case automobilistiche non soltanto asiatiche» ha detto Urso, aggiungendo che con i cinesi il discorso è aperto.

IL DETTAGLIO

Il colosso di Wuhan, secondo i rumors, starebbe trattando per l'apertura di un impianto da oltre 100 mila veicoli all'anno. L'esecutivo sta infatti cercando di attrarre una nuova casa automobilistica dopo essersi scontrato con i piani di Stellantis ritenuti ancora troppo timidi.

Dongfeng già collabora con Honda e Nissan, ma in Cina produce anche per Peugeot e Citroen. Il colosso vive una fase di stallo dopo il picco raggiunto nel 2017 con 2,83 milioni di consegne. Lo scorso anno le vendite di Dongfeng sono scese infatti a quota a 1,72 milioni.

Conosciuta come Second Automobile Works fino al 1992, Dongfeng (o "Vento dell'Est" in cinese) è stata fondata nel 1969. Le sue origini risalgono ad una direttiva del presidente Mao Zedong che, nella sua strategia del "Terzo Fronte", intendeva far crescere l’economia nell'entroterra proprio allo scopo di proteggere la Cina dall'invasione straniera.

Adesso bisognerà vedere se l’operazione arriverà alla fase finale. Va detto infatti che le interlocuzioni tecniche sono arrivate ad alto livello anche con Chery e Byd, altro big cinese che produce auto e batterie elettriche. Sullo sfondo resta poi Tesla che sta trovando ostacoli in Germania e, contemporaneamente, sta prendendo tempo sulle prossime mosse in Europa.

L'idea del governo è quella di far aprire stabilimenti sia di batterie che di auto elettriche e poi se le vendite non dovessero decollare l'operatore cinese potrà anche compensare, importando modelli a benzina. Non solo. Il piano del ministro Adolfo Urso prevede di spostare gli incentivi dalla domanda all'offerta con contratti di sviluppo, proprio per far crescere produzione e occupazione.

IL PIANO

L'obiettivo, decisamente ambizioso, è quello di arrivare a 300 mila auto prodotte dal secondo produttore entro il 2028 (da aggiungere al milione che si chiede a Stellantis) con un piano di assunzioni che potrebbe coinvolgere oltre 6 mila persone. I player stranieri, ma si tratta di una decisione su cui il governo italiano può davvero poco, potranno mantenere l'area ricerca e sviluppo in Cina, portando da noi solo la produzione. C'è il rischio che Stellantis, come ha ripetutamente detto l’ad Carlos Tavares, usi la cosa per rivalersi sui lavoratori, tagliando la produzione proprio a causa dell’arrivo del nuovo e agguerrito concorrente.

Ultimo aggiornamento: 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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