Debiti della Pa, saldo più veloce: il Pnrr introduce il silenzio-assenso. Prevista una lista nera dei "cattivi pagatori"

L’introduzione del silenzio-assenso: si potranno scontare dopo 30 giorni

Domenica 3 Dicembre 2023 di Andrea Bassi
Debiti della Pa, saldo più veloce: il Pnrr introduce il silenzio-assenso. Prevista una lista nera dei "cattivi pagatori"

È considerato uno degli obiettivi chiave del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Fare in modo che tutte le amministrazioni pubbliche, nessuna esclusa, saldino i propri debiti commerciali con le imprese entro 30 giorni dall’emissione della fattura. In realtà questo obiettivo avrebbe dovuto essere centrato dal governo italiano già entro la fine di quest’anno, ma i ritardi nei pagamenti da parte di diverse amministrazioni ancora rimangono e quindi è stato chiesto alla Commissione europea di posticipare il raggiungimento dell’obiettivo fino al 2025 (con una ulteriore verifica nel 2026 che i target siano mantenuti). Bruxelles ha acconsentito a dare più tempo all’Italia, ma a patto che venga approvato un nuovo “pacchetto” di norme per garantire che tutte le fatture nei confronti delle amministrazioni siano saldate entro 30 giorni (60 giorni nel caso dei debiti delle strutture sanitarie). Entro i primi tre mesi del prossimo anno, si legge nei documenti con cui la Commissione europea ha dato il via libera alle modifiche del Piano richieste dall’Italia, dovranno essere predisposte delle norme che garantiscano che il governo centrale fornisca in tempo i fondi necessari agli enti locali (Comuni e Regioni) per pagare i propri debiti. Che ogni amministrazione predisponga un piano annuale con i flussi di cassa che faccia capire come intende rispettare il vincolo dei 30 giorni nei pagamenti. 

Statali, Tfs a tasso agevolato: ok Inps all'anticipo della buonuscita. Importo medio di 66mila euro

Il passaggio

Ma anche che siano rafforzate le risorse umane impegnate su questo delicato dossier. C’è poi un’altra novità. Entro la fine del prossimo anno, dovrà essere introdotta una misura che permetta alle imprese di “monetizzare” con terze parti come per esempio le banche, i crediti commerciali nel caso in cui l’amministrazione non paghi nel termine dei 30 giorni. L’accordo con Bruxelles prevede che venga introdotto una sorta di “silenzio-assenso”. Passati 30 giorni senza che l’amministrazione abbia pagato o abbia contestato la fattura, quest’ultima si considererà automaticamente riconosciuta come valida nei confronti della Pubblica amministrazione e potrà dunque essere scontata senza altri passaggi o certificazioni. L’idea insomma, sarebbe quella di semplificare lo sconto in banca dei crediti commerciali nei confronti della Pubblica amministrazione. Inoltre sia a livello centrale che a livello locale, dovranno essere individuate le amministrazioni pubbliche che sono «strutturalmente» dei cattivi pagatori. Questi enti finiranno in una sorta di “lista nera”, e saranno obbligati a pubblicare ogni tre mesi sui loro siti lo stock di debiti arretrati. Le amministrazioni costantemente in ritardo con il pagamento dei debiti commerciali, dovranno istituire apposite “task force” che si occupino dello smaltimento dell’arretrato e dell’accelerazione dei tempi. 

Statali, aumenti solo in base al merito: ecco come cambiano premi e scatti di carriera

Il meccanismo

Il nuovo pacchetto per tagliare i tempi di pagamento, si aggiunge a quello già varato quest’anno e che, tra le altre cose, prevede il taglio fino al 30 per cento dei premi per i dirigenti pubblici delle amministrazioni che pagano in ritardo. 
Il debito commerciale della Pubblica amministrazione nei confronti dei fornitori, è una questione che ormai si trascina da anni e che ha già portato l’Italia davanti alla Corte di Giustizia europea. Nel tempo sono state ipotizzate diverse soluzioni draconiane alla questione. Nella scorsa legislatura era stata approvata anche una mozione alla Camera a prima firma Simone Baldelli, che riprendeva l’idea del leghista Claudio Borghi di emissioni di mini-Bot per pagare l’arretrato. 
Un’ipotesi che aveva fatto scendere direttamente in campo la Bce per bloccarla ed impedire che fosse creata una moneta parallela all’euro in Italia. L’altra strada da sempre richiesta dalle imprese, è la piena “compensabilità” dei crediti verso le pubbliche amministrazioni con i debiti fiscali delle imprese stesso verso lo Stato. Un’ipotesi questa alla quale, invece, ha sempre frapposto un muro il Tesoro, preoccupato degli impatti sulle casse dello Stato. Il rischio è drenare liquidità e peggiorare il fabbisogno di cassa obbligando via XX Settembre ad emettere più debito.

Ultimo aggiornamento: 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA