Btp, raddoppiata la quota delle famiglie: ora hanno il 10% del debito. Come funzionano

In un anno acquistati titoli pubblici italiani per oltre 100 miliardi di euro

Venerdì 24 Novembre 2023 di Andrea Bassi
Btp, raddoppiata la quota delle famiglie: ora hanno il 10% del debito. Come funzionano

Il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, la strategia l’aveva delineata sin dall’inizio del suo mandato. Riportare le famiglie italiane verso l’acquisto di Bot e Btp, dopo anni di disaffezione dovuti ai tassi bassi.

Così sono nate le emissioni ad hoc con “premi” per i sottoscrittori più fedeli, come il Btp Italia e il Btp valore. E la strategia di Giorgetti sembra dare buoni risultati.

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La quota di debito pubblico in mano ai risparmiatori italiani in un anno è quasi raddoppiata. Si è passati da poco oltre il 5 per cento a quasi il 10 per cento. Una “nazionalizzazione” del debito che va di pari passo con un “raffreddamento” da parte degli altri acquirenti tradizionali. La Bce, che negli ultimi anni è stato il principale acquirente di debito italiano, compra sempre di meno e la sua quota sta rapidamente scendendo verso il 30 per cento. Gli investitori esteri, che negli anni d’oro erano arrivati a detenere quasi il 50 per cento del debito italiano, sono scesi al 20 per cento (anche se nell’ultimo anno c’è stata una timida ripresa degli acquisti). Le banche italiane sono ormai ben sotto il 20 per cento e le assicurazioni sono calate al 10 per cento, in pratica la stessa quota dei piccoli risparmiatori.

I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto sulla Stabilità Finanziaria diffuso ieri dalla Banca d’Italia. In un solo anno, spiegano le tabelle del rapporto, le famiglie hanno investito oltre 100 miliardi di euro in titoli di debito. Lo hanno fatto attratte soprattutto dai buoni rendimenti offerti dal Tesoro. E lo hanno fatto soprattutto disinvestendo dai conti correnti delle banche privi di remunerazione. Questi ultimi hanno registrato, nello stesso periodo, un deflusso di una cinquantina di miliardi. Lo spread sui titoli di stato, spiega inoltre la Banca d’Italia, continua a manifestare «una pronunciata sensibilità» a diversi fattori, tra i quali la politica di bilancio. «Nei mesi scorsi - scrivono gli esperti di via Nazionale - le condizioni di liquidità sul mercato secondario si sono mantenute nel complesso distese. La riduzione dei titoli di Stato nel bilancio dell’Eurosistema non ha avuto impattisignificativi sulla liquidità e sul funzionamento del mercato secondario.


I RISCHI
In Italia, inoltre, i rischi per la stabilità finanziaria sono «significativi» seppur in lieve calo, grazie alla situazione in deciso miglioramento del settore bancario. Serve dunque prudenza nella politica di bilancio e riforme per aumentare la crescita. Per Bankitalia occorre contrastare «le incertezze sulla dinamica del rapporto tra il debito e il Pil» che «restano non trascurabili, sia nel breve sia nel medio e lungo termine anche a causa della revisione al rialzo delle stime» dell’impatto del superbonus. Inoltre nei primi sei mesi del 2023 sono state effettuate operazioni di cessione di crediti deteriorati per circa 3 miliardi di euro. Il rapporto tra questi Npl e il totale dei finanziamenti al netto delle rettifiche si è mantenuto stabile al 1,4 per cento. Così il divario tra i gruppi significativi italiani e il complesso degli intermediari soggetti alla supervisione diretta della Bce si è sostanzialmente azzerato.
 

Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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