Assegno unico, nuova domanda obbligatoria per pagamenti da marzo per chi è passato dal Reddito di Cittadinanza all'Adi

Domenica 4 Febbraio 2024
Assegno unico, nuova domanda obbligatoria per pagamenti da marzo per chi è passato dal Reddito di Cittadinanza all'Adi

Assegno unico. Febbraio sarà l'ultimo mese di pagamento "automatico" per chi lo riceveva come integrazione al vecchio Reddito di Cittadinanza. Da marzo, invece, anche chi dal Reddito è "migrato" all'assegno di inclusione (Adi), per ottenere il sostegno economico rivolto alle famiglie con figli a carico attribuito per ogni figlio (fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili) dovrà presentare nuova domanda.

Altrimenti non si vedrà accreditato il contributo mensile.

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Cosa succede a febbraio

Dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione (ADI) destinato ai nuclei familiari nei quali sono presenti figli minori, disabili, componenti con almeno sessant’anni di età o in condizioni di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari ha "sostituito" il Reddito di cittadinanza.

I nuclei familiari per i quali è cessata la fruizione del Reddito di cittadinanza (RdC) al 31 dicembre 2023 e ai quali l’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU) veniva corrisposto come quota integrativa dello stesso Reddito, continuano a ricevere quest'ultimo sulla carta RdC per l’intero importo spettante, senza soluzione di continuità, sino alla mensilità di febbraio 2024. Anche se non hanno presentato la domanda di AUU.

Cosa cambia a marzo

Dalla mensilità di marzo 2024, per coloro che eventualmente non vi abbiano già provveduto, è necessario presentare una nuova domanda di Assegno unico e universale per i figli a carico. L’eventuale presentazione della domanda di ADI da parte dei nuclei potenziali beneficiari della nuova misura, infatti, - sottolinea l'Inps - «non sostituisce in alcun modo la domanda di AUU che, pertanto, deve essere sempre presentata per poter beneficiare della prestazione familiare».

Casi particolari

In caso di mancata presentazione della domanda di AUU, l’Inps garantisce la fruizione della prestazione fino alla competenza del mese di febbraio 2024 anche per i nuclei familiari che includono figli nella fascia di età compresa tra 18 e 21 anni, per i quali è intervenuta la sospensione del RdC nel corso dell’anno 2023.

Anche in questo caso, per poter beneficiare della prestazione, a decorrere dalla mensilità di marzo 2024, per coloro che eventualmente non vi abbiano già provveduto, è necessario presentare una nuova domanda di AUU.

Gli importi da marzo

Ma a quanto ammontano invece le cifre che verranno corrisposte, da marzo, con l’assegno per i figli? C’è da considerare l’effetto rivalutazione. Da quest’anno gli Isee più ricchi prenderanno 57 euro per figlio al posto di 54 euro, mentre quelli più poveri riceveranno 200 euro anziché 189 euro circa. Con la rivalutazione cambiano anche le soglie Isee in base alle quali vengono modulati gli importi da assegnare agli aventi diritto. Nel 2023 la quota minima, pari come detto a 54 euro, è andata agli Isee sopra 43.240 euro. Da quest’anno l’asticella sale a 45.704 euro circa.

Per la quota massima era richiesto, sempre a dicembre, un indicatore della situazione economica equivalente non oltre la soglia dei 16.215 euro. Da ora invece riscuoteranno 200 euro, anziché 189 euro come lo scorso anno, gli Isee che non superano il limite dei 17.139 euro. Nei primi dieci mesi del 2023 sono stati erogati 14,9 miliardi di euro con l’Auu. I nuclei familiari che l’hanno ricevuto sono oltre 6,3 milioni, per un totale di 9.913.476 figli. Nel 2022 la misura ha assorbito invece poco più di tredici miliardi di euro (13,2 per l’esattezza). 

Ultimo aggiornamento: 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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