Pagamenti digitali e notifiche via app.
La Pa e i cittadini ormai si “parlano” via smartphone. «Nel 2022 la piattaforma pagoPA ha gestito oltre 330 milioni di transazioni per 61 miliardi di controvalore economico. Il nostro obiettivo è di arrivare a circa 600 milioni di pagamenti digitali l’anno nel 2026». A snocciolare i numeri (da record) della tech company pubblica PagoPA, nata nel 2019 per accelerare la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e ottimizzare la relazione tra Stato, cittadini e imprese, è il direttore generale Maurizio Fatarella. «Siamo partiti dalla digitalizzazione del sistema dei pagamenti – racconta il manager pubblico – poi nel 2020 è entrata in funzione anche l’app IO, che oggi conta in media 4 milioni di utenti attivi al mese e integra oltre 272 mila servizi resi disponibili da più di 15.600 enti».
Da ottobre 2022 è operativa inoltre la piattaforma per l’interoperabilità che permette alle amministrazioni di scambiare dati in sicurezza senza dover più chiedere ai cittadini informazioni già in possesso di altri enti. Le pa che aderiscono alla piattaforma sono più di 3 mila e ammontano a più di 20 milioni gli “scambi” già realizzati. Spiega sempre Fatarella: «Ogni scambio dati tra gli enti pubblici è concettualmente una richiesta in meno che si fa a un cittadino».
PORTAFOGLIO
La prossima sfida che attende la società partecipata dal Mef è invece il digital wallet. «Un portafoglio immateriale – chiarisce il direttore generale – che evolve il concetto di identità digitale e conterrà i nostri attributi identificativi per accedere in modo completamente nuovo ai servizi, pubblici e privati, in Italia e in tutta Europa». Dal 2022 la tech company è impegnata nei consorzi sovranazionali che si stanno occupando dei casi d’uso in vista dell’avvio concreto del progetto previsto nel 2026. «In Italia però l’IT Wallet partirà con largo anticipo, entro la metà del prossimo anno. Sotto la regia del dipartimento per la Trasformazione digitale, stiamo lavorando insieme al Poligrafico, che sviluppa la Cie, per realizzare il wallet pubblico italiano all’interno dell’App IO», annuncia Fatarella. I primi casi d’uso riguarderanno la patente di guida, la tessera sanitaria e la disability card. Il framework europeo attualmente al vaglio prevede poi che, insieme a un wallet pubblico, convivano anche “portafogli” messi a disposizione da operatori di mercato. «Questo – conclude il dg - aprirà opportunità importanti per molti settori privati, basti pensare ai servizi bancari, assicurativi, ai servizi di pagamento ma anche a quelli della mobilità. Le applicazioni sono potenzialmente infinite».