Lavoro, arriva la stretta sui voucher

Sabato 28 Maggio 2016 di Michele Di Branco
Lavoro, arriva la stretta sui voucher
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Voucher, si cambia. La preoccupazione per gli abusi denunciati dall'Inps spinge il governo ad operare una energica stretta per evitare che le aziende utilizzino in maniera impropria lo strumento che negli ultimi mesi ha fatto registrare un vero e proprio boom. Lunedì prossimo il consiglio dei Ministri dovrebbe infatti approvare un decreto legislativo, composto di 7 articoli, per correggere i quattro del provvedimento approvato nel 2015. In questo modo, tra l'altro, verranno modificate alcune norme del Jobs act. A cominciare dai contratti di solidarietà, in corso da almeno 12 mesi e quelli stipulati prima del 1 gennaio 2016, che potranno essere trasformati in contratti di solidarietà espansiva «a condizione che la riduzione complessiva dell'orario di lavoro non sia superiore a quella già concordata».

Il piatto forte del provvedimento è senza dubbio quello relativo ai voucher. Nella bozza in discussione la prossima settimana a Palazzo Chigi si stabilisce che i datori di lavoro sono tenuti «almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione» a comunicare alla sede territoriale competente dell'Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore. Dovrà inoltre essere indicato il luogo e la durata della prestazione. In caso di violazione degli obblighi si legge nel Dlgs - «si applica una sanzione da 400 a 2.400 euro, in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione». Si tratta di un cambiamento radicale rispetto all'attuale sistema che dà tempo fino a 30 giorni dall'utilizzo del voucher per la comunicazione all'Inps. Una fase all'interno della quale rischiano di proliferare comportamenti illegali. Secondo il governo, ad esempio, l'obbligo tempestivo di sms impedirebbe al datore di lavoro di comprare un voucher e tenerlo nel cassetto, attivandolo solo in caso di problemi, come un infortunio. Non cambieranno, invece, né i limiti di compensi annui (7 mila euro per la prestazione, 2 mila per ogni committente), né i settori di utilizzo. Il governo infatti - come affermato dal ministro Poletti e come ribadito dal premier Renzi è convinto che i voucher siano uno strumento utile a contrastare il lavoro nero e non condivide la posizione ostile dei sindacati.

«Stanno facendo operazioni di maquillage di un istituto che non funziona, che va cancellata, che si presta ad abusi e che ha sostituito quello che era il lavoro stabile» il duro giudizio del leader della Cgil, Susanna Camusso. Mentre il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato che «lo sfruttamento, con l'odiosa pratica del caporalato, il lavoro sommerso, le elusioni e le illegalità, come l'utilizzo improprio dei voucher, vanno combattuti». Quanto alla solidarietà espansiva, con le modifiche del governo, si stabilisce che ai lavoratori «spetta un trattamento di integrazione salariale, di importo pari al 50% della misura dell'integrazione salariale prevista prima della trasformazione del contratto e il datore di lavoro integra tale trattamento almeno sino alla misura dell'integrazione originaria». Per gli accordi siglati prima del 31 luglio 2015, nei casi di «rilevante interesse strategico per l'economia» può essere reiterata la norma che dà diritto ai datori di lavoro ad una riduzione dell'ammontare della contribuzione previdenziale ed assistenziale del 35%.

 

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 09:34

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