Guerra del latte, niente intesa allevatori-industria:
"Elemosina di un cent, troppo poco"

Sabato 21 Novembre 2015
Le proteste degli allevatori
Guerra del latte, non c'è intesa tra gli allevatori e l'industria di settore: "Proposti 35 centesimi al litro, troppo poco", dicono gli allevatori.



NESSUNA INTESA ALLEVATORI-INDUSTRIA Non c'è intesa sul prezzo del latte tra allevatori e industria nelle trattative ospitate al Mipaf.



A quando apprende l'ANSA, l'industria, incluso il gruppo Lactalis, ha portato a 35 centesimi l'offerta di acquisto e proposto di far decadere l'indicizzazione al prezzo tedesco previsto in alcuni contratti.



Un'offerta non sufficiente per gli allevatori.







"ELEMOSINA DI UN CENT, GUERRA CONTINUA" «È provocatoria l'offerta di un centesimo in più per litro di latte che umilia il lavoro quotidiano degli allevatori italiani». Lo afferma la Coldiretti alla conclusione del tavolo sul latte con Assolatte al Ministero delle Politiche Agricole, nell'annunciare che «la guerra continua».



Per Coldiretti, «si dimostra che la multinazionale Lactalis, proprietaria dei marchi Parmalat, Galbani, Locatelli e Invernizzi, insieme ad altri industriali vuole colpire il vero Made in Italy, fatto con latte italiano».



«Sembrano prevalere - continua Coldiretti - le ragioni di un patto scellerato tra Lactalis, quota parte dell'industria e i grandi trader del latte, per puntare sulla produzione straniera da rivendere ai consumatori italiani a prezzi maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli di altri Paesi Europei». «Il disegno è chiaramente quello - precisa la Coldiretti - di far chiudere il maggior numero di stalle per dimezzare la produzione italiana e lucrare sull'importazione di latte da Paesi con meno controlli e bassa qualità».



L'organizzazione agricola afferma che «non permetterà che questo accada e alza il livello della mobilitazione per difendere le stalle, il lavoro, il territorio da coloro che non rispettano la legge e vogliono umiliare il Paese».
Gli allevatori della Coldiretti chiedono che il compenso riconosciuto sia almeno commisurato ai costi di produzione che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro secondo l'analisi ufficiale effettuata dall'Ismea, in attuazione della legge 91 del luglio 2015 che prevede l'obbligo di contratti a dodici mesi.
Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 20:59

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