Il piano Irpef, sconti fino ai redditi di 75 mila euro: allo studio anche la flat tax per la classe media con aliquota al 27%

Venerdì 20 Maggio 2016 di Andrea Bassi
Il piano Irpef, sconti fino ai redditi di 75 mila euro: allo studio anche la flat tax per la classe media con aliquota al 27%
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ROMA - I tavoli tecnici sono partiti. A tirarne le fila è, come ormai per tutte le partite economiche rilevanti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. L'obiettivo è arrivare alla legge di Stabilità, con un progetto sostenibile di alleggerimento fiscale soprattutto per i redditi medi, un aiuto definito dallo stesso premier Matteo Renzi una «assoluta priorità». In realtà l'operazione Irpef era stata messa in agenda per il 2018, ma a questo punto qualcosa, se non tutto, dovrà trovare spazio immediatamente nella legge di Stabilità. Anche perché la manovra sarà presentata il 15 ottobre, quasi in contemporanea con il referendum sulle riforme costituzionali sul quale Renzi si gioca il destino della legislatura. Per ora, di concreto, c'è la volontà politica di agire. Come un blocco di marmo per uno scultore che non ha ancora deciso quale sarà la forma finale della sua opera. Quello che è certo, è che le idee non mancano. Sul tavolo di Nannicini c'è, per esempio, la proposta messa a punto da Enrico Zanetti, segretario politico di Scelta Civica e vice ministro dell'economia. Si tratta della cosiddetta «flat tax» per la classe media. L'idea è abbastanza semplice. Oggi le aliquote fiscali sono cinque: il 23% fino a 15 mila euro, il 27% tra i 15 mila e i 28 mila euro, il 38% fino a 55 mila euro, il 41% fino a 75 mila euro e il 43% oltre quest'ultima soglia. Il piano prevede di cancellare due aliquote, quella del 38% e quella del 41%, con un unico super-scaglione al 27% per i redditi da 15 mila euro a 75 mila euro. Sulle buste paga gli effetti si farebbero sentire eccome. Per ogni mille euro di reddito guadagnato oltre i 28 mila euro, si avrebbe un beneficio in busta paga di 110 euro l'anno. Significa, per esempio, che chi oggi guadagna 40 mila euro, si vedrebbe lievitare il cedolino di 1.320 euro l'anno. Più del bonus da 80 euro. Si tratta di un'ipotesi estrema. Sulla quale è lo stesso Zanetti a frenare, spiegando che difficilmente è attuabile per il 2017. Il problema centrale sono i costi. Per introdurre questa «flat tax» bisognerebbe trovare, solo per il primo anno, 9 miliardi, che diventerebbero circa 12 miliardi a regime. Troppo se non si può utilizzare la leva del deficit pubblico.

L'IMPEGNO
Il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, si è impegnato con la Commissione europea a contenere per il 2017, il deficit all'1,8%. Già oggi per mantenere questo impegno, è necessaria una manovra di almeno 8 miliardi coperta con tagli alle detrazioni e spending review, per disinnescare la parte di aumento dell'Iva legata alle clausole di salvaguardia e non coperta dalla flessibilità. Ci sono da aggiungere, poi, un altro miliardo per le pensioni anticipate tramite il prestito pensionistico, e altri soldi per prorogare la decontribuzione parziale di un anno ancora oltre agli aiuti alle famiglie. Il conto della manovra autunnale, insomma, partirebbe già gravato da una decina di miliardi. Il taglio delle tasse deve trovare risorse aggiuntive. Una delle ipotesi sul tappeto, è quella di far slittare di un anno il taglio dell'Ires ale imprese. La misura, che vale 3,6 miliardi, è stata inserita nella manovra dello scorso anno, ma la sua partenza è prevista nel 2017. Qualche altro soldo, poi, potrebbe essere recuperato da un nuovo programma di voluntary disclosure, l'emersione dei capitali detenuti illecitamente dagli italiani su conti esteri o nascosti nelle cassette di sicurezza delle banche. La misura, questa volta, non sarebbe «una tantum», ma verrebbe introdotta in maniera strutturale come regola costante. La nuova voluntary, secondo le stime, potrebbe portare tra uno e due miliardi l'anno. La somma a disposizione, tuttavia, non permetterebbe interventi shock. Così tra i tecnici si discutono altre possibilità. Come quella di un mini intervento nel 2017, attraverso la limatura di un solo punto delle aliquote al 27% e al 38%. Ma il beneficio sarebbe minimo, una decina di euro al mese in busta paga. Si rischierebbe l'effetto contrario. L'altra ipotesi, ventilata sempre da Renzi, è quella di rivedere il sistema fiscale. Una frase da interpretare, ma che potrebbe anche voler dire spostare una parte del prelievo dalle persone alle cose, come del resto chiede da tempo l'Ue. Tradotto, consentire un seppur parziale aumento dell'Iva.
Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 22:21

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