Flat tax e reddito di cittadinanza a piccoli passi: la road map

Sabato 4 Agosto 2018 di Luca Cifoni
Flat tax e reddito di cittadinanza a piccoli passi: la road map
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«Le linee del quadro programmatico proposte confermano la compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l'avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza». È in questa frase del comunicato del ministero dell'Economia la quadratura del cerchio tra le richieste di Lega e M5S e l'esigenza di Giovanni Tria di preservare un quadro di finanza pubblico ordinato.

Concretamente vuol dire che il governo punta a ottenere dalla commissione europea un margine aggiuntivo di 11-12 miliardi, con i quali dovrebbe sulla carta compensare il teorico gettito Iva che verrà a mancare per la rinuncia ai previsti aumenti, fronteggiare gli effetti sui conti della minore crescita economia e della più pesante spesa per interessi e - appunto - reperire almeno una dote iniziale per le due misure-simbolo dei partiti di governo, insieme a un primo intervento di smontaggio della legge Fornero in campo previdenziale.

Dati tutti questi vincoli, il ministro dell'Economia per essere soddisfatto dovrebbe aver più o meno convinto i suoi interlocutori politici ad accontentarsi di interventi limitati: per la flat tax si partirebbe dalle partite Iva, con la già prevista introduzione di un'imposta proporzionale oppure l'allargamento dell'attuale meccanismo forfettario, mentre il capitolo reddito di cittadinanza verrebbe concentrato sul potenziamento dei centri per l'impiego, accompagnato magari da un provvisorio rafforzamento dell'attuale reddito di inclusione. L'orizzonte in cui ci si muove è appunto quello evocato da Tria a inizio mese: non peggiorare il saldo strutturale, ovvero l'indicatore di bilancio calcolato al netto degli effetti del ciclo economico e delle voci una tantum.

MARGINI ESIGUI
Il Documento di economia e finanza messo a punto in aprile dal governo Gentiloni prevedeva che per il 2018 il disavanzo strutturale si riducesse dall'1 per cento allo 0,4. Mantenendolo invece all'1 e dunque non peggiorandolo si rende disponibile, a bocce ferme, uno 0,6 per cento ovvero 11-12 miliardi. Ma ammesso che l'Unione europea avalli l'operazione (cosa ancora tutta da dimostrate) questi soldi basterebbero più o meno a tamponare l'effetto negativo del mancato aumento Iva. Il disavanzo nominale salirebbe così dallo 0,8 per cento del Def all'1,4. Il rallentamento della crescita, che ha un effetto negativo sul bilancio intorno ai 3 miliardi, dovrebbe essere assorbito nel disavanzo strutturale, ma resterebbero da fronteggiare le conseguenze dell'aumento dei rendimenti, che nel 2019 potrà portare a un maggior esborso di altri 4 miliardi, secondo le simulazioni del Tesoro.

Ecco quindi che lo spazio per le grandi operazioni inserite nel programma di governo resta ridotto, se non esiguo. Che il progetto reddito di cittadinanza passasse per il potenziamento dei centri per l'impiego era già stato annunciato, quindi si punta a canalizzare su questa voce risorse del Fondo sociale europeo. E nel frattempo potrebbe essere rafforzato il sostegno alle famiglie povere che passa per il Rei.

LE DECISIONI
Sul fronte fiscale, l'intervento non sarà generale.

L'idea prevalente è concentrarsi sulle partite Iva (anche se si valuta la possibilità di un segnale per le famiglie). Qui si parte dall'Iri, l'imposta proporzionale messa in cantiere dal precedente esecutivo e poi rimandata, che sulla carta ha già la sua copertura. Il progetto potrebbe essere modificato e una parte delle risorse destinate all'ampliamento della tassazione forfettaria sostitutiva di altre imposte, fissata al 15 per cento che è anche l'aliquota base della flat tax: ne usufruiscono già centinaia di migliaia di piccole imprese. Quanto alla previdenza, se non sarà possibile attuare da subito il meccanismo di quota 100 (uscita con 64 anni e 36 di contributi) il primo passo potrebbe essere una riduzione dell'attuale requisito per l'uscita con i soli contributi: l'obiettivo è arrivare a 41 anni e mezzo.

Ultimo aggiornamento: 21:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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