Tria: «Flat tax a tappe, occhio ai conti. Nessuna manovra bis, il pil rallenta»

Martedì 3 Luglio 2018
Tria: «Flat tax a tappe, occhio ai conti. Nessuna manovra bis, il pil rallenta»

Nessuna manovra correttiva sui conti del 2018 ma neanche misure che possano peggiorare i «saldi» di bilancio. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, illustra le linee programmatiche del suo ministero in Parlamento. Usa il tono pacato della prudenza sui conti, anche se non nasconde di aver avviato con l'Ue un confronto per avere più spazi di manovra ma senza far saltare il banco. 

L'attuazione del contratto di governo - dalla flat tax al reddito di cittadinanza - è necessaria per rilanciare l'economia, argomenta Tria.

Ma andrà fatto con «l'ovvio pensiero sano di chi dice che non si possono far saltare i conti». Il calo delle tasse, allora, non potrà che essere scaglionato. La Flat Tax, insomma, arriverà con un processo a tappe, con un «cronoprogramma per l'applicazione progressiva», coerente con la riduzione della spesa pubblica. L'impegno è quello di cominciare l'alleggerimento dalle Pmi e dalle classi medio-basse.




Intanto più di qualcuno dall'opposizione fa balenare però l'idea che la Flat tax rimanga sulla carta. A loro risponde il premier Giuseppe Conte, nei panni di pater familias: «Non è il ministro dell'economia che ha premura per i conti in ordine. Io per primo e tutti i ministri abbiamo questa premura, ci mancherebbe». Gli fa eco il suo vice Luigi Di Maio: «Essere prudente è un dovere per il ministro dell'Economia».

Tria spiega la sua filosofia. La discontinuità sarà nelle scelte non nei conti. Anche se non nasconde che il contesto non è facile: «Ci sono rischi di una moderata revisione al ribasso per la previsione di crescita del 2018». Il pil dipenderà anche dallo spread. Come dire, bisognerà avere come alleati anche i mercati che guardano a quello che si dice e si fa.

Tria così ribadisce l'impegno sul debito e quello di contenere la spesa corrente. Un richiamo che sarà necessario verificare in concreto quale impatto avrà sulle spese già programmate per capitoli importanti, come quello della Sanità, in una sorta di deja vu che si ripete ad ogni legge di Bilancio.

Certo il governo punta a chiedere nuova flessibilità a Bruxelles. Anche perché - spiega Tria - le previsioni lasciate dal governo uscente per il 2019 «implicano un aggiustamento troppo drastico». Tradotto: la manovra di bilancio per il 2019, quella che deve bloccare gli aumenti Iva, non sarà facile da realizzare e potrebbe essere troppo onerosa. E certo «gli obiettivi di medio termine dovranno slittare», dice con un riferimento al pareggio di bilancio.

Ecco allora che il governo gioca d'anticipo. Saranno istituite tra task foce, una in materia di Welfare, una di fisco
e una in materia di investimenti pubblici. Le tre priorità sono «l'inclusione sociale e le politiche attive per il lavoro con
particolare enfasi su lotta alla povertà e reinserimento nel mondo del lavoro». Poi la «riforma delle imposte dirette con l'obiettivo prioritario di ridurre gradualmente il carico sui redditi bassi e medi e sulla piccola impresa». Di certo non c'è alcuna patrimoniale sul tavolo. Infine va previsto il rilancio degli investimenti pubblici non solo con maggiori risorse ma anche rimuovendo ostacoli burocratici.


 


Il ministro, incalzato dalle domande anche per l'accusa di continuità con Pier Carlo Padoan, si concede alla fine anche una battuta. «La mia vita in questo governo come difensore dei conti pubblici penso che sia molto più facile di quella che ha avuto il mio predecessore». E poi aggiunge. «La discontinuità non si vede sui livelli di deficit o di debito: non è che o sfasciamo i conti o non c'è discontinuità».

 

Ultimo aggiornamento: 20:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA