Padoan all'Ecofin: «Procedura di infrazione Ue sarebbe un problema, non possiamo permettercela»

Venerdì 27 Gennaio 2017
Padoan all'Ecofin: «Procedura di infrazione Ue sarebbe un problema, non possiamo permettercela»
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«Sicuramente molti di noi hanno auspicato che l'Europa prendesse atto del fatto che non si può continuare come se non fosse successo niente.

Soprattutto in questo anno, complicato per molti Paesi». Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, lasciando la riunione dell'Ecofin a Bruxelles, e riferendosi alle spese maggiori che dovrà affrontare l'Italia per il terremoto. 

«Una procedura di infrazione (delle regole Ue sui bilanci pubblici - ndr) sarebbe un grosso problema per l'Italia in termini di reputazione che in questo periodo recente ha rafforzato e costruito, sarebbe una inversione a U rispetto a tutto quello che è stato fatto finora», ha poi sottolineato Padoan parlando della risposta da dare alla Commissione europea che ha chiesto all'Italia di definire i termini precisi di una manovra di bilancio aggiuntiva per 3,4 miliardi entro mercoledì prossimo.

Padoan ha aggiunto che la risposta alla Commissione Europea, la quale ha chiesto una manovra di bilancio aggiuntiva, arriverà entro il primo febbraio. «La Commissione aspetta una risposta il primo febbraio e questa risposta arriverà», ma il Governo procederà con nuove «misure concrete» per il terremoto già dalla prossima settimana, «indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione di effettuare un aggiustamento», ha insistito il ministro dell'Economia.

«Sicuramente le spese ahimè necessarie per l'emergenza e per la ricostruzione saranno considerate, ci sarà un incremento delle spese, mi aspetto già delle misure concrete la prossima settimana da parte del Governo, questo indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione di effettuare un aggiustamento», ha spiegato ancora Padoan. Un concetto chiarito anche dal premier: «La lettera a Juncker di Gentiloni ricorda innanzitutto la tragedia e la continuità di questa tragedia e quindi il fatto che l'Italia spenderà quello che serve», ha detto il ministro.


Padoan non ha precisato i termini della risposta. In sostanza, ilo titolare dell'Economi ritiene che l'Italia non debba rischiare una procedura europea per violazione del patto di stabilità (in questo caso si tratta di mancato rispetto della regola di riduzione del debito pubblico, il terzo più grande d'Europa dopo Grecia e Portogallo) per gli effetti reputazionali del paese: il Tesoro guarda molto attentamento all'aumento degli spread dei titoli decennali (in aumento) e al medio periodo che sarà caratterizzato dall'incertezza politica. Almeno fino a quando non si capirà se e quando si andrà alle urne.

Per questo la risposta a Bruxelles sulla manovra di bilancio richiesta, una richiesta oggettivamente limitata rispetto allo scostamento dai target per rispettare il patto di stabilità (0,2% del pil contro lo 0,8%), ha un valore squisitamente politico. Il responsabile del Tesoro indica che il rischio di una procedura va evitato. Che, in sostanza, delle indicazioni a Bruxelles devono essere date. Ciò però non vuol dire che debbano essere prese necessariamente delle misure adesso. Che il governo deve dire automaticamente sì alla manovra aggiuntiva. E qui sta il margine di negoziato fra Roma e Bruxelles. Da giorni, infatti, il Tesoro fa sapere che qualsiasi misura deve rientrare nell'alveo delle scelte fondamentali di politica economica e di bilancio scritta nella 'finanziarià 2017. E che il momento delle decisioni è il documento economico di aprile.

La preoccupazione di Padoan è che, presi nel vortice pre-elettorale, l'Italia si trovi a un certo punto con una prospettiva di mesi in cui si intrecciano incertezza politica e interrogativi sulla stabilità di governo (attuale e futuro), aumento della sensibilità dei mercati al caso italiano con un paese classificato dalle agenzie di rating nelle categorie B, in una fase di lento avvicinamento a un cambiamento dell'orientamento di politica monetaria. Tutti i fattori che non rendono 'convenientè una perdita di reputazione politica sulla gestione della finanza pubblica.


«Il terreno di gioco, dopo Brexit e dopo la vittoria di Trump, è cambiato - ha detto ancora - l'Europa deve prendere atto dei suoi successi ma anche delle nuove sfide. Questo è stato il tema che, al di là delle questioni specifiche, abbiamo condiviso in varie discussioni».  

«Il nuovo contesto è complicato da decifrare, perché da parte degli Usa ci saranno stimoli espansivi, che fanno bene a tutti, ma anche cose molto preoccupanti. Si è discusso parecchio di questo ritorno al protezionismo che, se dovesse prendere piede, sarebbe un danno perché tutti sappiamo che l'integrazione commerciale è una potente fonte di crescita, di cui anche noi siamo beneficiari», ha continuato il ministro.


 

Ultimo aggiornamento: 19:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA