Giovani Confindustria: via l'articolo 18 per gli statali

Venerdì 10 Giugno 2016
Giovani Confindustria: via l'articolo 18 per gli statali
1

«Via l'articolo 18, ed anche dalla Pubblica Amministrazione». Il leader dei giovani di Confindustria, Marco Gay, al convegno di Santa Margherita Ligure, lo dice elencando i fronti su cui oggi «il muro» della stagnazione economica, sociale e politica «sta crollando»: «Via l'articolo 18. Via il sistema pensionistico retributivo. Via la P.a che secreta gli atti. Via i vitalizi ai parlamentari. Via una scuola che non si alterna con il lavoro ma con gli scioperi. Via un fisco che tassa i dipendenti anche quando non si fanno profitti. Via il rigore di Bruxelles».

«Quella del referendum è l'occasione che non possiamo perdere», avverte ancora il leader degli industriali italiani under 40. «Oggi non è il tempo di chi pensa di trasformare una riforma in un congresso di partito», è «il tempo di andare avanti», «Lo vogliamo dire chiaro - sottolinea - i prossimi quattro mesi non si possono trasformare in campagna elettorale infinita che tiene in ostaggio i provvedimenti per le imprese, il lavoro, i giovani»; «Lasciate che siano i cittadini a decidere».

«Se in tanti hanno paragonato questi anni di crisi a una guerra oggi forse possiamo dire: la guerra è finita». I giovani di Confindustria hanno scelto come immagine simbolo il muro di Berlino. «Oggi quel muro sta crollando», dice ancora il leader Gay della fase di «stagnazione economica, sociale e politica». E parlando di passi avanti, come «via l'articolo 18», e altre riforme, sottolinea: «Diciamoci la verità: solo qualche anno fa ci sarebbe sembrato impossibile».

«Siamo convinti che l'Europa sia un baluardo da cui partire per garantire libera circolazione dei cervelli, delle merci e dello sviluppo», dice ancora Gay, che aggiunge: «Non dobbiamo alzare muri» verso i migranti, «verso questa nuova umanità». Invece «dobbiamo integrarla, farne la nostra forza umana ed economica. Perché i quasi centomila minori non accompagnati devono poter diventare domani i nostri capitani di industria o il prossimo presidente del Consiglio».

«Quella magistratura che invece di guidare l'impresa a districarsi nella giungla delle norme blocca l'attività produttiva, creando a volte un danno economico maggiore di quello che vuole sanare, quella magistratura che passa ai giornali più intercettazioni che sentenze, deve essere un capitolo chiuso», continua il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, affermando anche che «siamo ad una svolta giudiziaria. Quest'anno le cause arretrate sono scese di 2 milioni di unità».

Le tesi dei Giovani di Confindustria al tradizionale convegno di Santa Margherita Ligure si soffermano poi, con la relazione del presidente, sulla sfida del voto per i sindaci, su cui si gioca «la scommessa della crescita», ma che non sembra ancora innescare una competizione su «Risposte e domande concrete». Una città come Roma, sottolinea Gay «sembra ingovernabile»; ma «può vincere il declino». «Siamo convinti che nelle elezioni comunali non sia in gioco la leadership nazionale del centro-destra o del centro-sinistra in Italia ma la leadership dell'Italia nel mondo. La politica amministrativa, infatti, è oggi, in assenza di un piano strategico nazionale, il miglior laboratorio di politica industriale».

I candidati sindaco «avremmo voluto vederli competere di più sulle risposte a domande concrete», dalle imprese ai servizi pubblici, «e meno su liste escluse e riammesse, battaglie legali per far fuori i candidati, dichiarazioni di stampa avventate che hanno fatto crollare aziende quotate». Così poi il presidente dei Giovani di Confindustria. «E, non a caso, il risultato è stato ancora una volta il calo dei votanti. Un vero peccato, perché le città sono cosa pubblica e non interessi di parte»; «scommessa della crescita».
 

Ultimo aggiornamento: 20:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA