Banche, Visco a colloquio ​con la commissione d'inchiesta

Mercoledì 18 Ottobre 2017
Visco (ansa)

Lo scontro politico sul suo rinnovo infuria ancora ma il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco si prepara ad affrontare la Commissione parlamentare d'inchiesta che potrebbe, anzi, rappresentare un'occasione di replica. Il governatore ha così avuto nel pomeriggio un incontro di circa un'ora con il presidente della Commissione, Pierferdinando Casini, e i due vicepresidenti, Renato Brunetta (Fi) e Mauro Marino (Pd), durante il quale «in spirito di collaborazione istituzionale, ha fornito alla Commissione l'elenco dei documenti richiesti», i quali arriveranno «non appena ultimata la classificazione di segretezza in corso da parte degli uffici della Banca d'Italia» come recita il comunicato ufficiale.

Mossa anticipata già lunedì in serata dopo la bagarre della mozione Pd di sfiducia quando si era detto disponibile a essere audito anche se l'incontro a San Macuto è arrivato un pò a sorpresa. Come ha detto Brunetta: «abbiamo molto apprezzato la sensibilità del Governatore che non si è limitato ad una risposta formale ma è venuto personalmente a parlarci» lodandone poi il «senso dello Stato».

L'incontro non è invece piaciuto al M5s che lo definisce «irrituale e gravissimo». In mattinata il governatore, fuori programma, si era recato a un evento in memoria dell'economista Federico Caffè, maestro di Visco e dell'attuale presidente Bce Mario Draghi, ai tempi dell'Università dei due banchieri centrali. All'evento una lunga stretta di mano con il ministro Padoan sembra aver sancito, anche visivamente, il supporto del governo Gentiloni e del Quirinale. Prima del governatore comunque, il cui mandato scade il 31 ottobre (giorno in cui celebrerà proprio assieme a Padoan la giornata del Risparmio) davanti alla Commissione dovrà essere ascoltato il capo della vigilanza di Via Nazionale, Carmelo Barbagallo. Si parla già della settimana prossima.

La Commissione d'inchiesta, viene comunque rilevato da diverse fonti, rappresenta per la Banca d'Italia un'occasione in più per fare luce e chiarezza sul suo operato. A Via Nazionale si guarderebbe quasi con sollievo all'avvio dei lavori. Più volte a livello informale si è sottolineato come i documenti sulle azioni di vigilanza svolte in questi anni fossero coperti dal segreto d'ufficio che ora l'avvio della Commissione può finalmente rimuovere. Una buona parte delle inchieste della magistratura, si spiega, scaturisce proprio dalle ispezioni di Bankitalia ma queste erano appunto non diffondibili.

Negli scorsi mesi l'istituto centrale è intervenuto diverse volte nel dibattito dei media pubblicando degli approfondimenti sulle azioni di vigilanza sulle principali crisi (le due venete, Mps, etc) ma senza appunto fornire alcuna documentazione. Documenti che, come consuetudine della Banca d'Italia, sono copiosi e minuziosi, comprendendo verbali ispettivi, resoconti di riunioni, rapporti tecnici e mail. Una mole di carte, contenenti date e cifre precise, nei confronti della quale potrebbe risultare difficile opporre testimonianze o accuse circostanziate. Nel frattempo il mondo bancario assiste senza intervenire allo scontro politico-istituzionale.

Negli ambienti finanziari c'è preoccupazione per eventuali ripercussioni sulla credibilità dell'Italia e delle autorità, più volte già finite sotto i riflettori dei media e opinione pubblica internazionale negli scorsi mesi. Preme poi la partita delle nuove regole Npl della Bce, giudicate dannose, dove si sta cercando di creare una risposta corale con le associazioni imprenditoriali e le istituzioni, anche europee. Ufficialmente quindi la bagarre su Via Nazionale non viene discussa. I banchieri riuniti per il comitato esecutivo dell'Abi a Roma hanno evitato ogni commento.

«Non abbiamo niente da dire, grazie», è stata la risposta di Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo (l'istituto che ha rilevato le due banche venete in fallimento grazie anche all'aiuto statale) che ha auspicato comunque come la commissione di inchiesta debba fare piena luce e anche Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi, ha preferito mantenere il silenzio.

Nessuna risposta è arrivata anche da Flavio Valeri responsabile di Deutsche Bank in Italia.

Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA