Alitalia, Gubitosi: ok 600 milioni ma serve socio industriale. Critiche ai vecchi manager: si poteva fare meglio

Giovedì 4 Maggio 2017
Alitalia, Gubitosi: ok 600 milioni ma serve socio industriale. Critiche ai vecchi manager: si poteva fare meglio

Luigi Gubitosi, il commissario straordinario di Alitalia è fiducioso: «Sono sicuro che può esserci qualcuno interessato». La compagnia, una volta depurata da una «serie di elementi negativi», tornerà «competitiva», promette. L'obiettivo non è lo spezzatino ma «valorizzare» la società e questo, chiarisce, passa per un rilancio industriale. Un punto fermo che più volte sottolinea, ospite della trasmissione di Rai2 'Night Tabloid', è proprio la necessità di avere un «partner industriale». Si parte, intanto, dai 600 milioni di prestito che per sei mesi, dice, «saranno sufficienti», in grado di assicurare un certo margine. Sul personale per ora la questione «è rinviata«, ma la soluzione non sarà «indolore«. Insieme agli altri due commissari straordinari, Gubitosi è già a lavoro e il primo atto riguarderà la rinegoziazione dei contratti per il carburante, su cui potenzialmente si possono ottenere risparmi, visti i prezzi del greggio. La stima è «128 milioni« a cui si potrebbero aggiungere altri «90 milioni« l'anno da recuperare sul leasing. Di certo, ammette: «Si poteva fare meglio, con il senno di poi è facile dirlo, sul petrolio su altre cose si poteva fare sicuramente meglio».

Anche il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha lanciato accuse contro la gestione della ex compagnia di bandiera. Calenda, dopo aver ricordato che per Alitalia sono stati sborsati ben 8 miliardi di euro di soldi pubblici, ha definito un «gravissimo errore» l'aver fatto gestire Alitalia da Abu Dhabi.

Ora si volta pagina, e, conferma Gubitosi, «tra 15 giorni, giorno più o giorno meno» uscirà il bando e si vedrà quali saranno le manifestazioni di interesse. Per il momento non c'è stato alcun contatto, ma il tempo a disposizione, dal via al commissariamento, si conta ancora in ore. Ma l'ex dg della Rai non sembra avere dubbi, qualcuno verrà a bussare alla porta. Quanto alle Ferrovie, le vede complementari e non concorrenti. «Facciamo due mestieri diversi e adesso invece sarebbe utile in un'ottica nazionale che collaborassimo», ma, chiarisce, «sul discorso dell'azionariato non mi pronuncio». E  nche il commissario risponde con un secco »no« all'ipotesi di far tornare pubblica la compagnia. Adesso è urgente rivedere »contratto per contratto« e cercare di rendere tutto il più conveniente possibile, quanto al personale «il referendum ha creato un po' di scompiglio», riconosce Gubitosi ricordando che a fine maggio c'è il rinnovo delle regole sul rapporto di lavoro e occorre «lavorare subito sul clima interno, ricreando un clima di fiducia». Anche perché l'azienda non si rilancia «in tre ma in 12 mila», ovvero con il coinvolgimento di tutti i dipendenti.

I sindacati vogliono riaprire il dialogo. «Siamo disponibili a discuterne», dice il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. La leader della Cgil, Susanna Camusso, sottolinea, con riferimento anche a Telecom, che «quando erano aziende pubbliche non erano in queste condizioni». La Fit Cisl punta, invece, il dito contro «la concorrenza sleale operata dai vettori stranieri low-cost come Ryanair». Una questione su cui Gubitosi vuole trasparenza. I sindacati dovrebbero essere comunque a breve convocati dal ministero dello Sviluppo Economico. 









 

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA