Draghi: euro irrevocabile, ci ha salvato dalla crisi. Non manipoliamo il cambio, preoccupato da misure protezioniste

Lunedì 6 Febbraio 2017
Draghi: euro irrevocabile, ci ha salvato dalla crisi. Non manipoliamo il cambio, preoccupato da misure protezioniste
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L'euro è irrevocabile. E ci ha salvato dalla crisi. Parola di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea. A distanza di quasi 5 anni anni dal famoso "whatever it takes" («La Bce è pronta a fare qualsiasi cosa per preservare l'euro - disse Draghi in un discorso nel 2012 -. E credetemi - aggiunse dopo una teatrale pausa - sarà abbastanza»), il numero uno di Francoforte torna a ribadire che dalla moneta unica non si torna indietro. E lo fa in un momento in cui i venti contro Eurolandia soffiano sempre più forte. 

«Grazie all'euro abbiamo creato legami che sono sopravvissuti alla peggiore crisi economica del dopoguerra», ha affermato Draghi in un intervento al Comitato Affari economici e monetari del Parlamento Europeo. Il presidetne della Bce ha ricordato poi le tappe dell'integrazione europea, fra cui appunto la creazione dell'euro che «ha rappresentato un notevole rafforzamento dell'impegno politico che ci ha tenuto insieme per 60 anni». Anche se - ha ammesso - «oggi è facile sottovalutare questo impegno».

«Non siamo manipolatori della moneta», ha poi detto Draghi, parlando in italiano, rispondendo all'eurodeputato Marco Zanni (Enf) sulle critiche alla Bce del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. «Le politiche monetarie fatte riflettono le diverse posizioni nel ciclo economico dell'eurozona e degli Usa», ha sottolineato, ricordando che nel 2013 il tasso di cambio euro/dollaro era a 1,40 e che già allora la Germania aveva un surplus commerciale del 6% con gli Usa. 

La Germania ha un surplus commerciale negli scambi bilaterali «ma non lo utilizza per speculare» sul cambio della moneta. Del resto già lo scorso ottobre il Tesoro Usa aveva detto che la Germania «non manipola la sua valuta», ha precisato poi Draghi a proposito delle accuse rivolte a Berlino dal presidente Usa Donald Trump. Per il capo della Bce, il tasso di cambio riflette le condizioni economiche e, nello specifico, la forza dell'economia tedesca.

«L'euro è irrevocabile, questo dice il Trattato», ha ribadito quindi ancora una volta il presidente dell'Eurotower. Quanto a un'Unione a più velocità, Draghi, dopo aver rilevato che «non è ancora chiaro» che cosa è stato detto a Malta, ha osservato: «È un concetto ancora da sviluppare, una visione appena abbozzata su cui non sono in grado di esprimere alcun commento, almeno al momento». 

Il Trattato di Maastricht fu una «decisione coraggiosa» che «segnò "una nuova tappa nel processo dell'integrazione europea"», ha detto ancora Draghi alla vigilia del 25esimo anniversario dello stesso Trattato, ricordando che «con la moneta unica abbiamo forgiato legami che che sono sopravvissuti alla peggiore crisi economia dalla Seconda guerra mondiale». «È facile sottostimare la forza di questo impegno» politico, ha ammonito, «che ci ha tenuto insieme per 60 anni» in «tempi difficili». 

«I benefici delle nostra politica» monetaria accomodante «superano chiaramente i potenziali effetti collaterali». e questi «sono meglio affrontati, se necessario, attraverso altre politiche», ha sottolineato ancora il presidente della banca centrale, rilevando che quanto fatto dalla Bce «è stato chiave nel sostenere la ripresa in corso», anzi, «le nostre misure hanno giocato un ruolo chiave nel preservare la stabilità nell'eurozona, e questo include la stabilità finanziaria».

La «ripresa resistente» con l'aumento negli ultimi due anni del pil procapite del 3% nell'eurozona, il sentimento economico al top da 5 anni e la disoccupazione al 9,6%, il livello più basso da maggio 2009, «sono passi nella giusta direzione ma sono solo i primi passi», ha detto ancora Draghi, sottolineando che «dobbiamo continuare su questa strada». «Le decisioni di politica monetaria prese in dicembre», ha quindi sottolineato, «sono quelle giuste nel contesto attuale».

«Guardiamo con preoccupazione a annunci di potenziali misure protezionistiche», ha poi affermato Draghi, rispondendo a una domanda sulla possibilità di un ritorno al protezionismo a livello globale sostenuto dal neo presidente americano. «L'Ue è stata creata sulle basi del libero scambio - dovremo giudicare quando vedremo quello che è stato annunciato».

«La crisi ha dimostrato che questo impegno» per «avanzare sulla strada della convergenza istituzionale ed economica» dell'eurozona «non può essere allentato», è poi il monito lanciato dal presidente della Bce, ricordando che la resistenza dell'eurozona nel 2016 nonostante «una serie di shock negativi» dimostra che «le riforme a livello nazionale ed europeo pagano in termini di crescita economica». Quindi, ha concluso, «non dobbiamo cessare gli forzi per rendere l'Unione economica e monetaria più resistente e prospera, possiamo e dobbiamo affrontare le restanti e ben identificate fragilità a livello nazionale ed europeo».

Draghi ha infine indicato di non voler commentare le dichiarazioni del ministro delle finanze tedesche Wolfgang Schaeuble di critica alla politica monetaria della zona euro. «Non commento le dichiarazioni di politici nazionali dovrei commentarne troppe, però ricordo quanto diceva un mio predecessore, Wim Duisenberg (primo presidente della Bce - ndr) a questo proposito quando veniva criticato: è comprensibile che i politici specialmente in tempo di elezioni esprimano i loro punti di vista sulla politica monetaria, ed è meglio uno scambio di opinioni garbate al dito puntato, ma è anche comprensibile che i banchieri centrali sentano quanto affermano i politici, ma non li ascoltino».


 

Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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