La Bce: tassi fermi fino all'estate. Draghi: manovra, si troverà l'accordo

Giovedì 25 Ottobre 2018
Mario Draghi (Bce)
4
FRANCOFORTE - La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d'interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La Bce ha confermato che i tassi si manterranno «su livelli pari agli attuali almeno fino all'estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine». 

La Bce ha comunicato anche un'altra decisione presa oggi dal Consiglio, la fine del quantitative easing (QE). Gli acquisti delle obbligazioni pubbliche proseguiranno al ritmo di 15 miliardi al mese fino al prossimo dicembre: poi ci sarà lo stop, nel senso che, spiega una nota della Bce, «in seguito, se i dati più recenti confermeranno le prospettive di inflazione a medio termine, tali acquisti giungeranno a termine».

Quanto al braccio di ferro tra il governo italiano e la Commissione europea sulla legge di bilancio 2019, il presidente della Banca Centrale, Mario Draghi, si è detto «fiducioso che si troverà un accordo».

Subito dopo le indicazioni dell'Eurotower su tassi e QE, lo spread tra Btp e Bund è sceso fino a 307 punti base. Il rendimento del decennale italiano torna sotto il 3,50% al 3,47%.  Sullo spread tra i Btp italiani e i Bund, il presidente della Bce si è soffermato a lungo durante al conferenza stampa. In particolare ha risposto ad una domanda sui rischi legati al rialzo del differenziale: «Io non ho la palla di cristallo, 300, 400, certamente questi titoli sono nelle banche e se perdono valore loro impattano sul capitale delle banche». 
Si può parlare di effetto contagio della crisi italiana in altri Paesi? Mario Draghi ha così replicato:
«Si è registrato un lieve aumento dei tassi in alcuni Paesi ma ma in larga parte crediamo che si tratti di fattori locali.
Forse qualche effetto c'è stato ma si tratta di un fenomeno limitato
». Ed ancora: «Se mi si chiede cosa fare riguardo alle banche, dato l'allargamento dello spread negli ultimi sei mesi, una prima risposta è ridurlo e non mettere in dubbio la cornice istituzionale che sorregge l'euro».

 
Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci