Banche, la Ue apre all'Italia: possibili soluzioni su sofferenze

Sabato 2 Luglio 2016
Banche, la Ue apre all'Italia: possibili soluzioni su sofferenze

Apertura dell'Unione Europea all'Italia sul tema delle banche. È possibile, nel rispetto delle regole, trovare una soluzione al problema, che rischia di diventare strutturale, della scarsa capitalizzazione di alcuni istituti. «Siamo in contatto con le autorità italiane» sulla questione delle banche e «sulla base dei precedenti, ci sono una serie di soluzioni che possono essere messe in atto nel pieno rispetto delle regole Ue»: tutto questo «affrontando le carenze di liquidità e di capitale nelle banche senza effetti contrari sugli investitori al dettaglio». Così - come anticipato oggi dal Messaggero - una portavoce della Commissione Ue apre uno spiraglio in una trattativa che rischiava di diventare in salita, in una giornata in cui il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, si è recato a Palazzo Chigi, dove il premier Matteo Renzi stava seguendo gli sviluppi dell'atto terroristico di Dacca.

L'incontro è servito a fare il punto sulla situazione del comparto dopo l'accordo in sede europea, che ha dato il via libera al maxi-scudo da 150 miliardi di euro per garantire la liquidità del comparto bancario. Un via libera prima apprezzato e poi snobbato dai mercati, a testimonianza che la garanzia pubblica sui liquidi delle banche è un'operazione che va nella giusta direzione ma non può bastare a risolvere il problema maggiore che assilla il sistema italiano, quello di una capitalizzazione che potrebbe rivelarsi insufficiente. Proprio per questo l'apertura odierna assume particolare importanza: anche se, si sottolinea, non c'è ancora alcun accordo su misure precise tra Roma e Bruxelles, la Commissione è pronta a impegnarsi con l'Italia in piani concreti per affrontare le questioni aperte delle banche italiane nel rispetto della legislazione Ue. In particolare, si guarda a soluzioni che possono essere possibili sotto lo scenario di ricapitalizzazione preventiva, previsto dalla direttiva Brrd (Risoluzione crisi enti creditizi) sulla risoluzione delle banche.

Si tratta di quelle stesse misure già applicate lo scorso anno per la Grecia, nel contesto della ripatrimonializzazione delle quattro banche (Alpha Bank, Piraeus Bank, National Bank of Greece ed Eurobank), a cui arrivarono ad agosto 10 miliardi di euro per rafforzare il capitale. Per l'Ue il capitolo banche, anche a livello europeo, è quindi tutt'altro che chiuso, considerato l'allarme che il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato nei confronti di Deutsche Bank, vista come pericolo numero uno alla stabilità del sistema finanziario mondiale. «Non vediamo problemi», assicura oggi l'ad John Cryan. «Al momento si tratta di ristrutturare la banca per gettare le basi per una futura e profittevole crescita. Non c'è una questione di un aumento di capitale al momento».

La debolezza del colosso tedesco potrebbe però essere un'arma in più per le trattative condotte sul fronte italiano.

L'ideale sarebbe infatti il superamento delle opposizioni che la Germania starebbe facendo all'ipotesi che lo Stato italiano possa partecipare al capitale delle banche. Il cui stato di salute si conoscerà comunque dopo il 29 luglio, quando la Bce pubblicherà i suoi stress test, che serviranno a capire veramente le condizioni di diversi istituti, Mps in testa, ma anche Banco Popolare, Ubi Banca, Intesa Sanpaolo e Unicredit. In base alle nuove versioni non ci sarà alcuna soglia che possa far scattare obblighi automatici di ricapitalizzazione, ma è evidente che un 'votò basso in termini di patrimonio potrebbe far suonare nuovi campanelli di allarme.

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 00:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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