Popolari venete, pressioni su Unicredit e Intesa per rilevare le banche

Mercoledì 7 Giugno 2017 di Maurizio Crema
Il ceo di Unicredit Federico Ghizzoni
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Popolari venete fuori tempo massimo. E spunta l’ultima ipotesi di salvataggio, che è un ritorno alle origini: Popolare Vicenza finisca a Unicredit e Veneto Banca a Intesa. Folgorato dalla soluzione spagnola, il Santander si è comprato il Banco Popular per 1 euro e avvierà un aumento di capitale da 7 miliardi, il premier Gentiloni e il ministro dell’economia Padoan avrebbero chiesto agli Ad dei due primi istituti italiani Carlo Messina e Jean Pierre Mustier di acquisire le due banche venete. O, in alternativa, di rifinanziare il fondo Atlante che già le controlla ampiamente.
Di certo il tempo stringe. Per martedì sono stati convocati i cda dei due istituti veneti che devono fronteggiare una crisi sempre più pesante con la fuga di depositi e una semestrale che si annuncia critica. Se non ci saranno novità a breve, evidenziano fonti autorevoli delle due banche, martedì potrebbero arrivare decisioni clamorose da parte dei vertici dei due istituti e la Bce potrebbe essere investita in prima persona dell’aggravarsi della crisi. Il governo cerca di gettare acqua sul fuoco e ribadisce che ha come obiettivo la ricapitalizzazione precauzionale per le banche venete e non sta lavorando ad altre ipotesi.
No alla liquidazione ordinata. Ipotesi molto tecnica ma che secondo altri attori in campo arriverebbe in ogni caso troppo tardi. Meglio cercare di trovare la quadratura del cerchio tra le richieste di Bruxelles, 1,2 miliardi in più dai privati (cioè da Atlante, che ne ha già messi 3,5), e la necessità di evitare il bail per non far avvitare Nordest e Italia in una crisi pesantissima. Urge un nuovo intervento di sistema. D’altra parte Atlante scese in campo un anno fa per “salvare” proprio Unicredit e Banca Intesa, che avevano rilasciato precise garanzie sui due aumenti di capitale di Vicenza (1,5 miliardi) e Montebelluna (1 miliardo). L’Ad di Unicredit di allora, Federico Ghizzoni, ha perso anche il posto per l’eccessiva protezione data a suo tempo a Vicenza. L’intervento dei due big bancari si gioverebbe anche dei crediti fiscali miliardari incorporati nelle due banche. Insomma, un miliardo oggi si trasformerebbe in oltre due miliardi di imposte da pagare in meno domani. Certo, fa notare un altro esperto impegnato nell’operazione, la discesa in campo di Unicredit e Intesa porterebbe a un taglio pesantissimo di addetti e sportelli, molto più dei 3-4mila dipendenti ipotizzati fino a oggi.
Si aggroviglia anche il fronte giudiziario. Il gip di Milano Marco Del Vecchio ha accolto la richiesta del pm e responsabile del pool reati economici Fabio De Pasquale di sollevare davanti alla Cassazione un conflitto di competenza territoriale Milano-Vicenza relativo a un segmento dell’indagine su BpVi. La suprema Corte dovrà quindi decidere a chi tocca indagare sul filone dell’inchiesta che riguarda alcuni aumenti di capitale e nel quale è contestato l’ostacolo all’attività degli organi di vigilanza (Consob). Richiesta fatta anche dalla procura di Vicenza.
Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 06:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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