Banche italiane, via libera Ue: garanzia di Stato da 150 miliardi

Venerdì 1 Luglio 2016 di David Carretta
Banche italiane, via libera Ue: garanzia di Stato da 150 miliardi
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BRUXELLES - Una rete di sicurezza da 150 miliardi per le banche sane, da attivare in caso di emergenza per gli effetti della Brexit su un sistema già fragile: la Commissione europea ieri ha annunciato di aver autorizzato l'Italia ad emettere garanzie pubbliche a favore degli istituti di credito che dovessero trovarsi a corto di liquidità nei prossimi mesi. Il presidente dell'esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker, lo aveva detto martedì, dopo un incontro con il presidente del Consiglio. «Ne abbiamo discusso con Renzi nel pomeriggio: la Commissione europea farà di tutto per evitare una corsa agli sportelli». In realtà, la decisione era già stata presa domenica. La richiesta di autorizzare il programma di sostegno alla liquidità era stata avanzata dal Ministero dell'Economia. «L'Italia ha notificato questa misura per ragioni precauzionali», ha spiegato un portavoce della Commissione: «Non c'è alcuna aspettativa che debba emergere la necessità di usare questo schema».

LE CONDIZIONI
La Borsa di Milano ha chiuso in forte rialzo, dopo la notizia. Ma la discrezione del governo lascia intendere il timore del Tesoro che l'annuncio del programma potesse alimentare l'allarme dei mercati sulla tenuta del settore bancario italiano. Per la Commissione, la decisione a favore dell'Italia dimostra che nonostante il bail-in «ci sono un certo numero di soluzioni che possono essere realizzate rispettando pienamente le regole europee al fine di affrontare le turbolenze di mercato. «Lo schema è consentito in casi specifici di deroga» alla direttiva sulla risoluzione e la ristrutturazione delle banche in crisi che ha introdotto il bail-in, spiegano fonti del Tesoro. L'operazione mette l'Italia «in condizioni di intervenire in caso di scenari avversi». Di fronte «alle turbolenze dei mercati finanziari dei giorni scorsi, il governo ha ritenuto opportuno ipotizzare tutti gli scenari, anche i più improbabili, per essere pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori», dicono al Tesoro. Anche la Commissione, che monitora quotidianamente la situazione di liquidità, vuole rassicurare. «Non pensiamo che sarà usato», dice una fonte comunitaria: «È una seconda rete di sicurezza».

Ma gli effetti sui conti rischiano di farsi sentire. La cifra di 150 miliardi equivale al 9% di Pil, una parte dei quali dovrebbe pesare sul debito. Sulla base dello schema, lo Stato potrà prestare la propria garanzia sul debito di banche solvibili obbligazioni senior di nuova emissione che potrà essere usato come collaterale per chiedere liquidità alla Bce. Le regole europee e la Commissione fissano comunque dei paletti. Innanzitutto le banche devono essere ritenute sane: il regime è limitato agli istituti che non presentano una carenza di capitale. La garanzia non potrà essere destinata a ricapitalizzazioni o alle sofferenze: «Solo liquidità», dice la fonte comunitaria. Sarà in vigore fino al 31 dicembre 2016, anche se c'è la possibilità di proroghe. Le banche dovranno pagare lo Stato per la garanzia. I titoli devono avere scadenze da tre mesi a cinque anni. Le garanzie su debito superiore a tre anni devono essere limitate a un terzo delle garanzie totali concesse alle singole banche. Se l'importo totale delle passività garantite per una banca è superiore al 5% delle passività totali ed ad un importo totale di 500 milioni di euro, entro due mesi si deve presentare alla Commissione un piano di ristrutturazione della banca in questione.
La Brexit potrebbe spingere anche la Bce a allagare le maglie del suo Quantitative Easing. L'istituzione presieduta da Draghi starebbe pensando di allentare i criteri per l'acquisizione di titoli perché le turbolenze successive al referendum britannico hanno ridotto la disponibilità di bond eleggibili per il programma.

 

Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 16:07

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