Torrida estate attraverso l'Europa
in crisi: ecco l'altra meta di Paola

Mercoledì 27 Aprile 2016
La copertina del libro
L'esordio letterario della 43enne Paola Pietrandrea è "Avevamo un'altra méta" (Caissa, 90 pagg, 10 euro) ovvero l'originale resoconto di un viaggio dell’estate 2015: lei e il marito Stefano, con i 2 figli decidono di staccare e di mettersi in viaggio da Parigi – dove vivono da qualche anno – fino al Sud del Peloponneso. Attraversano le Alpi raggiungono prima Roma, attraversano l’Appennino, l’Adriatico e poi te, l’Epiro ridotto carne e poi la meta sarebbe un’altra, ma non è ancora ora.

Un richiamo profondo li spinge in fondo all’ombelico del continente, lì dove si saldano Oriente e Occidente, natura e cultura, lì dove tutto è cominciato, lì dove tutto ha ancora senso. Lì dove lo sguardo opaco di Bruxelles mai potrà nulla. Rubano al brusio della modernità il tempo che serve a osservare un riccio che torna verso l’acqua. E il tempo per magia prende il passo lento di una storia millenaria. Avanzando al ritmo di chi vuole vedere sentire, ascoltare e capire, Paola e i suoi finiscono per rendersi conto che, checché se ne dica, il mondo che verrà si sta già profilando 
oltre le ceneri del mondo che piangiamo.

Gli Europei si stanno facendo finalmente popolo nella battaglia contro il nemico comune. I confini che la vecchia guardia protegge col filo spinato già non esistono più nella testa di milioni di persone. La politica, dileggiata dalle lobby, si è rifugiata nelle comunità e torna a essere vissuta ogni giorno con emozione e responsabilità. A Delfi, in Grecia, d’altra parte, l’oracolo non ha lasciato dubbi: «La guerra appena cominciata sarà lunga»,  ha detto, «La guerra appena cominciata, la vincerà la gente».

 
Ultimo aggiornamento: 20:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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