Ai Weiwei, l'artista cinese dissidente, denuncia: «Hanno demolito il mio studio a Pechino»

Sabato 4 Agosto 2018 di Laura Larcan
Ai Weiwei, l'artista cinese dissidente, denuncia: «Hanno demolito il mio studio a Pechino»
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Ai Weiwei, l'artista e performer cinese, ma soprattutto attivista critico e impegnato, considerato "persona scomoda", perde il suo atelier di Pechino.

Distrutto dalle ruspe. Uno sventramento che ha denunciato lo stesso artista, postando su Instagram delle foto che mostrano un bulldozer colpire le finestre della galleria del suo studio e gli operai al lavoro per sgomberare lo spazio. «Oggi hanno iniziato a demolire il mio studio "zuo you" a Pechino senza che prima ne venissi informato», ha scritto Ai, che definisce il fabbricato dove si trovava come «un edificio industriale nello stile socialista della Germania dell'est». 
 

Architetto, blogger cinese, ma soprattutto persona "scomoda", Ai Weiwei, classe '57, è il creatore del famoso "nido d'uccello", lo stadio di Pechino inaugurato per le Olimpiadi insieme agli architetti svizzeri Herzog & De Meuron, è il personaggio più dissidente e impegnato politicamente della Cina, finito in carcere per ottantuno giorni, censurato, picchiato, relegato agli arresti domiciliari. Libero, ma sorvegliato speciale. Con il divieto, in passato, di lasciare il suo paese. 

Le foto postate dall'artista mostrano le squadre di operai al lavoro per la demolizione dello
 studio che si trova nel distretto artistico di Caochangdi Art District, dove nei giorni scorsi a numerose gallerie è stato detto di lasciare l'area per un nuovo programma di sviluppo della zona, come ricorda anche il sito di The Art Newspaper. Già nel 2011, le autorità cinesi, senza alcun avvertimento, avevano demolito lo studio di Ai a Shangai. Fortemente critico nei confronti del governo, l'artista era stato costretto agli arresti domiciliari per quattro anni fino al 2015, quando gli era stato permesso di trasferirsi in Germania, aprendo uno studio a Berlino. Poi, a maggio, Ai ha annunciato l'intenzione di lasciare la capitale tedesca, citando le difficoltà linguistiche e la preferenza per un posto dove ci sia più sole.

Ai Weiwei ha un lungo passato di artista "contro". La sua posizione di artista dissidente diventa chiara nel 2008 quando il violento terremoto distrugge la provincia del Sichuan provocando 70mila vittime. Ai Weiwei, accompagnato da un gruppo di volontari reclutati in rete attraverso il suo blog, dà inizio a un progetto di investigazione sulle cause di questa catastrofe. Il risultato della ricerca mette in luce la pessima qualità delle costruzioni di ospedali, fabbriche, scuole, che lui chiamerà "costruzioni di Tofu". Subito dopo pubblicherà online una lista della "morte" dove sfilano 5.826 nomi di bambini morti sotto il sisma. Una denuncia che non solo viene accolta da una mobilitazione popolare ma scatena l'immediata risposta della polizia cinese.

Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 18:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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