Alessandra Graziottin
PASSIONI E SOLITUDINI di
Alessandra Graziottin

Scelta del partner, quando l’attrazione può essere fatale

Lunedì 23 Maggio 2016
“L’illusione d’amore ti fa mettere gli abiti dell’imperatore anche sul palo della luce”, così sosteneva la mia amata professoressa, Jole Baldaro Verde, nel libro omonimo: “Illusioni d’amore. Le motivazioni inconsce alla scelta del partner” (Cortina Ed.1984), ricco di validissime riflessioni anche trent’anni dopo. Perché nella scelta del partner l’inconscio gioca un ruolo potente, tanto più insidioso quanto più, inconsapevoli, diventiamo quasi marionette agite dalle nostre esperienze passate, accelerate dai vuoti del presente. Più è forte il vuoto interno, maggiore il bisogno di risentirsi vivi, maggiore la probabilità che gli abiti dell’imperatore azzurro, o della principessa rosa, vengano proiettati su persone che nella sostanza non corrispondono affatto al nostro sogno. Al risveglio dall’illusione, ecco la rabbia, la collera, le recriminazioni, con l’altro/a basiti a dire: “Ma guarda che io sono sempre stato così!”.
Nell’attrazione fatale, oltre all’inconscio, ci si mette anche la chimica: siamo attratti di più, fisicamente, dalle persone geneticamente molto diverse da noi, perché questo predice il massimo successo riproduttivo biologico, in caso di procreazione. Come facciamo a riconoscere la persona “geneticamente diversa”? A parte ovvi tratti somatici e origini di nascita, sono i feromoni a dire al nostro cervello arcaico, che regola l’attrazione fisica e la riproduzione, se quell’uomo o quella donna sono geneticamente molto compatibili con noi. Questo grazie alla carta d’identità olfattiva, l’invisibile ed esclusiva nuvola di feromoni che ci avvolge, prodotta sotto l’effetto degli ormoni sessuali. Tuttavia, la forte attrazione fisica non è necessariamente fattore predittivo né di felicità né di durata della relazione, figli biologicamente più vivaci a parte. Ci si trova così a scegliere un/a partner che magari ci piace molto fisicamente, e di cui invece non consideriamo molti altri aspetti critici poi per la convivenza, a causa del filtro insidioso dell’illusione.
“Attenta Sandrina: non sposerai lui, sposi la sua famiglia!”, mi ripeteva mia nonna con lungimiranza, fin da quando ero piccina. In quel sposi la famiglia c’è un mondo: di educazione, di visione della vita, di priorità, di gestione del tempo, di valori, di stile e metodi nel vivere anche le complesse dinamiche familiari. “Cosa mangi stasera a cena?” chiedeva la fidanzata al fidanzato. “Non so, mia mamma vedrà e metterà su qualcosa”. “Non avevo capito allora -mi racconta il tassista mentre mi accompagna alla stazione- che da quell’indizio avrei dovuto intuire che il problema più forte della nostra vita matrimoniale sarebbe stato lo scontro tra due visioni del mondo. Mio papà era un piccolo artigiano, mia mamma una sarta: quindi tutti e due lavoravano in proprio. Non si facevano programmi a lungo termine, si andava in vacanza – piccole ferie - se c’era un risparmio in più. Ora che faccio il tassista è uguale. Mia moglie aveva il papà impiegato di banca e la mamma casalinga professionista. Nel senso che faceva la casalinga con metodo, era organizzatissima, tutto era previsto nei minimi dettagli. L’accusa più forte di mia moglie: “Tu non mi dai certezze!”. Ma si può decidere a febbraio dove andare in ferie ad agosto? A me ‘sto modo di pensare, tutto programmato con mesi di anticipo toglie l’ossigeno, a lei lo dà. Lo capisco anch’io che siamo sclerotizzati sulla visione del mondo delle nostre famiglie. Ora sto pensando seriamente al divorzio, non la reggo più".
Stili di vita, educazione, visione del mondo: nemici dell’amore, quando troppo diversi. Amici profondi e duraturi dell’amore, quando nutrono il sentimento su un principio di realtà e una spontanea sintonia di sguardo sulla vita. “Chi sposi?”. “Chi ami?”: comprendere davvero che cosa ci spinge a scegliere in amore -nella testa, nel corpo e nel cuore- è già metà della felicità.
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